Sono eccessive le somme richieste dalla Provincia di Crotone per collaudare gli interventi eseguiti dall'Eni Rewind nell'ambito del Piano operativo di bonifica Fase 1. Ecco spiegato perché la multinazionale ha chiesto al Tribunale amministrativo regionale della Calabria di annullare il provvedimento col quale, il 15 marzo scorso, l'ente intermedio ha subordinato il rilascio della certificazione di completamento di fine lavori al pagamento da parte della società del gruppo Eni del 3 per cento - calcolato in 380 mila euro - dell'ammontare per le opere ultimate nel 2021 - pari a 12,8 milioni di euro - nelle acque del Sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara. Contestualmente, l'impresa amministrata da Paolo Grossi ha sollecitato l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente in Calabria ad «emettere la relazione tecnica» sull'appalto concluso e il Palazzo di via Mario Nicoletta guidato dal presidente Sergio Ferrari «di consegnare la certificazione di corretta esecuzione e completamento del progetto».