Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 25 Novembre 2024

Crotone, Marine Park Village da demolire: team di tecnici e avvocati a lavoro

C'è la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il vincolo paesaggistico su Capocolonna; poi c’è l'ordinanza di demolizione del "Marine Park Village" di Punta Scifo emessa dal Comune nel 2019 che continua a rimanere inapplicata nonostante il via libera definitivo della giustizia amministrativa. E ancora sul tappeto c’è la pronuncia della Corte d'Appello di Catanzaro che, lo scorso marzo, da un lato ha revocato l'obbligo di ripristino dello stato dei luoghi dove sorge il villaggio abusivo in seguito alla prescrizione dei reati, mentre dall'altro ha confermato la confisca delle strutture realizzate dai fratelli Armando e Salvatore Scalise e mai ultimate. È una matassa non facile da sbrogliare quella sul "Marine Park Village" che deve essere demolito. Un groviglio di provvedimenti derivanti da diverse giurisdizioni e da vari enti che si vanno ad intrecciare tra loro e che finora hanno prodotto uno stallo dell'iter per abbattere i manufatti. Per questo, l'amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo Voce ha convocato un incontro allargato per martedì prossimo. Alla riunione saranno chiamati a prendere parte i funzionari dei settori urbanistica, lavori pubblici e avvocatura dell'ente per fare il punto sulla situazione alla luce, soprattutto, degli ultimi sviluppi giudiziari. L'obiettivo è capire quando, da chi e con quali fondi eventualmente, andrà buttato giù il "Marine Park Village". E per fare ciò, occorrerà mettere in fila i documenti che fanno parte del fascicolo e sentire i pareri di tecnici, legali e funzionari del Municipio. Infatti, ci sono i giudici di Catanzaro che, nel prosciogliere le 5 persone per prescrizione delle accuse, hanno ribadito la bontà dei sigilli sulla «lottizzazione abusiva» di Punta Scifo poiché «è stata stravolta la destinazione di tutta l'area». La quale, avrebbe avuto «un uso esclusivamente turistico in una zona che tale destinazione non aveva» in quanto si tratta di un sito «a vocazione agricola». Contestualmente, la stessa Corte d'Appello ha fatto venire meno l'obbligo di demolizione in capo agli imputati.

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