Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 28 Novembre 2024

Processo sulle infiltrazioni della cosca Anello di Filadelfia, i giudici sono riuniti in una località segreta e sorvegliata

Si riapriranno domani mattina poco prima delle 12 le porte dell’aula bunker di Lamezia Terme. Dopo 48 ore di Camera di consiglio i giudici leggeranno la loro decisione sui 71 imputati dell’inchiesta Imponimento, coordinata dalla Dda di Catanzaro. Ieri il collegio, composto da Angelina Silvestri presidente, Maria Giulia Agosti, Gian Marco Angelini a latere, dopo una breve udienza si è chiuso in camera di consiglio in una località segreta sotto la stretta sorveglianza delle forze dell’ordine. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di devono rispondere, a vario titolo di associazione mafiosa, corruzione elettorale, corruzione aggravata dalle finalità mafiose, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione, danneggiamento, usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, coltivazione di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, turbata libertà degli incanti, alterazione delle aste pubbliche, falso, truffa, detenzione illegale di armi. Nella requisitoria il pm Antonio De Bernardo aveva chiesto la pena più pesante a 30 anni di reclusione per Tommaso Anello, fratello del boss Rocco, ritenuti al vertice dell’omonima cosca che controlla il territorio a cavallo tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro. Ma dalla Dda nessuno sconto è arrivato per i nomi eccellenti coinvolti nell’inchiesta. A partire dall’imprenditore ed ex assessore regionale Francescantonio Stillitani per il quale il pm ha invocato una pena esemplare a 21 anni di carcere. Identica richiesta anche per il fratello Emanuele. Entrambi devono rispondere dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

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