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Giovedì 21 Novembre 2024

Lamezia, sgombero del campo rom di Scordovillo: l’Aterp sta progettando 120 unità abitative

Forse un po’ di fumo si dirada su Scordovillo, è il caso di dirlo, con l’affidamento regionale all’Aterp Calabria (l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale) della progettazione delle 120 unità abitative pensate per la riqualificazione della baraccopoli lametina. Dalla Regione, infatti, sono state approvate le linee guida per attuare l’intervento di Social Housing denominato “Superamento delle condizioni di degrado del campo Rom di Scordovillo”, il tutto seguendo i criteri di selezione previsti nel Pr Calabria Fers Fse 2021-2027 dal quale si stanziano 28 milioni a partire dal mese di aprile. Già espresso un grande senso di fiducia dall’Amministrazione, nei mesi scorsi, per una maxi-operazione che effettivamente si presenta, per la prima volta, come strumento integrativo e multisettoriale per affrontare l’annosa problematica di uno, come si sa, dei più grandi campi rom d’Europa. Le iniziative, infatti, pongono da subito l’obiettivo del superamento del disagio abitativo «mediante la realizzazione di un insieme di interventi volti a favorire l’istruzione e l’inclusione sociale nonché la bonifica ambientale, secondo un approccio integrato e innovativo». Per far ciò, dunque, le nuove unità abitative sono indispensabili, ma allo stesso tempo si penserà alla «rifunzionalizzazione di aree e strutture esistenti, pubbliche o nella disponibilità di soggetti pubblici, mirate a superare le situazioni di disagio abitativo dei nuclei familiari residenti nel campo rom». Nell’atto pubblicato dalla Regione – Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici – si specifica, tra l’altro, che l’area dell’intervento «potrà essere ben più ampia di quella strettamente interessata dalla baraccopoli, al fine di consentire una maggiore efficacia dell’azione di riqualificazione urbana e integrazione sociale e territoriale. In tal senso, l’idea è quella di prevedere una maggiore dotazione di offerta alloggiativa rispetto al fabbisogno degli attuali occupanti dell’area in questione, anche al fine di migliorare le condizioni di vivibilità degli spazi attualmente a disposizione».

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