L'aggressione di Natale a Sorianello: arrestati tre responsabili, 2 sono figli di boss. Si cerca il quarto complice NOMI
Sono tre le misure cautelari eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia nelle Preserre vibonesi per la sparatoria avvenuta la sera di Natale a Sorianello. I destinatari sono: Giuliano Nardo, 20 anni, di Sorianello; Michele Idà, 27 anni, di Gerocarne, e Nazzareno Salvatore Emanuele, 19 anni, anche lui di Gerocarne. Devono rispondere in concorso tra loro dei reati di lesioni personali aggravate, porto ed esplosione di colpi d’arma da fuoco, violazione di domicilio e danneggiamento. Michele Idà è figlio del 59enne Franco «Nuccio» Idà, cognato del boss ergastolano Bruno Emanuele. Franco Idà è tornato totalmente libero senza alcuna misura nel luglio 2022 dopo aver scontato la condanna per associazione mafiosa e narcotraffico (11 anni e 6 mesi) nell’operazione «Luce nei boschi». Nazzareno Salvatore Emanuele è invece il figlio di Gaetano Emanuele, fratello di Bruno Emanuele, e da ieri ufficialmente latitante a seguito del decreto emesso dall’autorità giudiziaria a seguito della sua irreperibilità per l’operazione antimafia che il 21 giugno scorso ha fatto luce sulla «Strage di Ariola» avvenuta il 25 ottobre 2003 con tre morti ed un ferito.
La ricostruzione
Erano le tre dello scorso Natale e in un bar di Soriano Calabro numerosi avventori festeggiavano scambiandosi gli auguri. Probabilmente a causa di un equivoco, facilitato dal consumo di alcolici, nasceva un alterco per futili motivi fra un ragazzo del posto e un operaio di origine argentina. Lo straniero, che nella circostanza era accompagnato da un suo connazionale, veniva poi percosso per futili motivi. Vista la situazione e per evitare ulteriori conseguenze, l’amico portava il malcapitato fuori dal locale accompagnandolo a casa nel vicino comune di Sorianello. Dopo circa quaranta minuti dall’aggressione si presentavano all’abitazione del giovane argentino quattro soggetti che, dopo aver recuperato dal cortile dell’abitazione dei bastoni e un’ascia, sfondavano la porta di ingresso e, incuranti della presenza di una donna e di una minore, lo picchiavano selvaggiamente ferendolo ad un polpaccio con un colpo di pistola calibro 7,65. Nella successiva fuga venivano esplosi contro l’abitazione ulteriori tre colpi dalla stessa arma, con il rischio di aggravare ulteriormente le conseguenze della violenta spedizione punitiva. Immediate le indagini avviate dai Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, coordinati dal Procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo e dal sostituto co-titolare del procedimento, che raccoglievano da sin subito importanti elementi probatori riuscendo ad identificare tre dei presunti aggressori, i quali hanno anche agito a volto scoperto incuranti delle numerose telecamere di videosorveglianza, grazie alle quali è stato anche possibile accertare come il gruppo, all’atto dell’aggressione, fosse già in possesso dell’arma. La gravità della condotta, la disponibilità dell’arma, la personalità dei soggetti coinvolti e le incontrovertibili fonti di prova raccolte dagli inquirenti hanno costituito la base per la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura di Vibo Valentia e che il Giudice per le indagini preliminari ha accolto pienamente disponendo per tutti la custodia cautelare in carcere. Sono in corso indagini per identificare il quarto complice. L’ordinanza è stata eseguita durante la notte da un imponente dispositivo composto da oltre cento carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia, dello Squadrone Cacciatori di Calabria e del Nucleo Cinofili, con la copertura aerea fornita dall’elicottero dell’Arma. I tre arrestati sono stati tradotti al carcere di Vibo Valentia a disposizione dell’autorità giudiziaria, a cui dovranno rispondere in concorso tra loro per i reati di lesioni personali aggravate, porto ed esplosione di colpi d’arma da fuoco, violazione di domicilio e di danneggiamento.