Illeciti nella gestione dei depuratori della Calabria, il giudice manda tutti a processo NOMI
Tre indagati saranno giudicati con il rito abbreviato, per tutti gli altri il processo avrà inizio il 16 ottobre davanti al Tribunale collegiale di Catanzaro. Termina così l’udienza preliminare scaturita dall’inchiesta Scirocco con cui la Dda di Catanzaro avrebbe colpito una vera e propria associazione a delinquere che per anni avrebbe gestito illecitamente buona parte della depurazione in Calabria. Ieri il gup Arianna Roccia ha rinviato a giudizio Davide Bartucca residente a Filadelfia; Giuseppe Bongarzone di Amaroni; Pasqualino Calabrese, di Belvedere Marittimo; Ion Ciobanu, residente a Settingiano; Giuseppe Dardano di San Floro; Paolo di Stio, di Belvedere Marittimo; Giuseppe Lagrotteria, di Catanzaro; Ernesto Lento di Lamezia; Giuseppe Minieri di Catanzaro; Mario Minieri di Catanzaro; Saverio Minieri di Catanzaro; Vincenzo Papalia di Rosarno; Giovanni Passafaro di Maida; Giuseppe Passafaro di Borgia; Francesco Pungitore di Curinga; Domenico Rosariano di Catanzaro; Raffaele Rosignuolo, di Rende; Giaocchino Rutigliano di Curinga; Ilario Serianni di Catanzaro; Rosario Sessa, di San Lucido; Andrea Talarico di Maida; Rosario Talarico, di San Pietro Apostolo; Vincenzo Ruggero Talarico di Lamezia; Francesco Trapasso di Gimigliano; Giuseppe Donatello Valentino di Caraffa; Antonietta Vescio Campisano, detta Antonella di Lamezia. Il giudice ha anche disposto lo stralcio dell’accusa di tentata estorsione, contestata a Mario Minieri, che verrà discussa davanti al Tribunale di Crotone, prima udienza il 5 settembre 2024. Hanno infine chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato Tommaso Agretto, Andrea Cannistrà e Daniele Nisticò (difesi dagli avvocati Antonio Lomonaco e Giovanni Merante). La prima udienza davanti al gup è fissata per il 7 novembre. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture. Al centro della ricostruzione della Procura di Catanzaro vi sono le aziende riconducibili al gruppo Minieri. La holding avrebbe partecipato alle gare di appalto, per la gestione di impianti di deputazione, offrendo ribassi consistenti, anche oltre il 50%.