S'è concluso con 14 condanne ridotte (di cui 10 concordate tra accusa e difesa) ed un proscioglimento il processo di secondo grado di rito ordinario scaturito dall'inchiesta "Isola scaligera" coordinata dalla Dda di Venezia che nel 2020 sgominò la «cellula veronese» della cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. Così ha stabilito l'altro giorno la Corte d'appello di Venezia che ha ribadito, in sostanza, l'impianto probatorio delineato dal Tribunale di Verona con la sentenza dell'1 marzo 2023. Con l'operazione "Isola scaligera" scattata il 4 giugno di quattro anni fa con 26 misure cautelari eseguite dalla Polizia di Stato, i pubblici ministeri dell'Antimafia si dissero convinti di aver disarticolato un'organizzazione criminale capace di dettare legge a Verona e in provincia a colpi di estorsioni, truffe, riciclaggio di denaro, corruzione, turbativa d’asta, fatture false e traffico di droga.
Le condanne: a Totareddu, Antonio Giardino, detto "Il Grande", sono toccati 29 anni e mesi di carcere (30 anni in primo grado); Alfredo Giardino, 19 anni (30 anni); Michele Pugliese, 17 anni (23 anni); e Francesco Vallone, 13 anni (15 anni). Le pene concordate: per il collaboratore di giustizia, Domenico Mercurio, 1 anno e 10 mesi sospesi (3 anni e 4 mesi); Francesco Giardino, 6 mesi (4 anni e 8 mesi); Marchio Brunello, 1 anno e 8 mesi (5 anni e 6 mesi); Francesco Caruso, 1 anno e 8 mesi (2 anni e 6 mesi); Luigi Caruso, 1 anno e 6 mesi (2 anni e 6 mesi); Francesco Scino, 1 anno e 7 mesi (3 anni); Francesca Durante, 1 anno e 6 mesi (2 anni e 3 mesi); Agostino Durante, 3 anni (4 anni e 9 mesi); Antonio Lo Prete, 1 anno e 8 mesi (8 anni e 6 mesi); e Arcangelo Iedà 1 anno, 9 mesi e 28 giorni (9 anni). Prosciolto Giovanni Giardino (10 mesi).
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