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Estorsioni all’ombra del clan, comminate 8 condanne a Cirò

La decisione della gup di Catanzaro al termine del processo abbreviato a carico della cosca Farao-Marincola. Riconosciuti e reati nell’ambito dell’inchiesta denominata “Ultimo atto”

Tutti condannati. Nessuno sconto per gli otto imputati coinvolti nell'inchiesta "Ultimo atto" contro la cosca Farao-Marincola di Cirò che ieri si sono visti comminare in abbreviato pene da 14 a 4 anni di carcere. Lo ha sentenziato la giudice per le udienze preliminari di Catanzaro, Sara Mazzotta, che ha confermato, in buona parte, l'impianto accusatorio delineato dal pubblico ministero della Dda, Domenico Guarascio, che però aveva invocato condanne più severe. L’operazione "Ultimo atto", scattata il 16 febbraio 2023 con 31 arresti eseguiti dai carabinieri, mise all'angolo i «veterani liberi» e le «nuove leve» della 'ndrangheta cirotana che avevano preso in mano il clan con i capi in carcere dopo il blitz "Stige" del 2018. Tre le vecchie conoscenze della cosca di Cirò i pm annoverano Luigi Vasamì come reggente; a Cirò Marina, invece, il referente dell'organizzazione criminale sarebbe stato Cataldo Cornicello che - per gli inquirenti - dopo l’arresto di Peppe Spagnolo, detto “U banditu”, avrebbe «scalato la gerarchia criminale» al punto da diventare la personalità «più rappresentativa dell’organizzazione cirotana». Mentre tra i “rampolli”, i magistrati indicano Luca Frustillo, Vincenzo Affatato e Davide Critelli. Così come a Strongoli il locale di 'ndrangheta sarebbe stato guidato da Luigi Lettieri e Gaetano Mammolenti. E in questo scenario, si inseriscono le vicende estorsive ai danni degli imprenditori che sono state ritenute fondate anche dalla giudice Mazzotta.

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