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Frasi contro la pm Manzini, nuovo processo al boss Mancuso

Il capoclan di Limbadi ancora rinviato a giudizio per le ingiurie contro la magistrata ora in servizio a Catanzaro

La pm Manzini durante un processo

Un processo dopo l’altro. E sempre per lo stesso motivo: minacce e calunnie contro il magistrato antimafia Marisa Manzini. Pantaleone Mancuso, boss del clan di Limbadi, dopo la sentenza definitiva del giugno 2023 per le calunnie ritenute lesive dell’onore e della reputazione del pm Manzini, è stato rinviato di nuovo a giudizio per nuove frasi contro il magistrato in servizio alla Procura generale di Catanzaro. Frasi pronunciate nel corso delle udienze davanti ai giudici del Tribunale di Salerno, sempre offensive nei confronti del pm. Non solo. Pantaleone Mancuso, alias Scarpuni, ha anche scritto una lettera che ha inviato al presidente del Tribunale di Salerno, contenente sempre frasi ingiuriose e calunniose nei confronti del magistrato che per primo ha scardinato la potente e sanguinosa cosca vibonese. Frasi che per il gip, che ha firmato il rinvio a giudizio, sono considerate calunniose.
«Il pubblico ministero Manzini, non è un pubblico ministero che… capita tutti i giorni… - diceva Mancuso nel corso dell’udienza - alla fine dell’esame del collaboratore (Mantella, ndr) si è permessa di introdurre una domanda che riguardava mia moglie che è morta… che non aveva nessun motivo di introdurla… anche perché secondo me, le chiacchiere di questo signore che parlava, non potevano non essere ben conosciute dal pubblico ministero, ecco perché dico o… ma veramente stiamo o… Cioè questo signore era bugiardo…si è inventato di aver organizzato una scissione all’interno del suo presunto clan di appartenenza».

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