'Ndrangheta a Vibo, definitiva la sentenza di assoluzione dell’ex consigliere provinciale Domenico Fraone
In data 7 giugno 2024 è divenuta definitiva ed irrevocabile la sentenza n. 28/2024 del Tribunale di Catanzaro che nell’operazione denominata “Imponimento” ha assolto Domenico Fraone, commercialista, ex consigliere della Provincia di Vibo Valentia, dall’infamante accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e dal reato di intestazione fittizia di beni con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa con la formula piena perché i fatti non sussistono. La Procura Distrettuale di Catanzaro non ha proposto appello avverso la sentenza di assoluzione piena perché il fatto non sussiste. Domenico Fraone ringrazia i suoi difensori Avv.ti Guido Contestabile, Avv. Serena Lacaria e Avv. Francesco Matteo Bagnato e Avv. Mario Bagnato i quali hanno sempre creduto nella sua innocenza. Finisce il calvario giudiziario iniziato nell’operazione denominata “Imponimento” la notte 21/07/2020, allorquando a seguito di investigazioni condotte dalla Guardia di Finanza, Domenico Fraone è stato tratto in arresto da 100 militari con l’ausilio di un elicottero in esecuzione di un frettoloso provvedimento di fermo emesso dalla D.D.A di Catanzaro ed è stato trasportato nel carcere di Siano in attesa di essere trasferito in altri istituti penitenziari. A seguito dell’arresto tutto il patrimonio è stato sequestrato e la società di famiglia è stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria; il nome di Domenico Fraone figlio dell’arma dei carabinieri, e l’onore della famiglia sono stati infangati dalle false accuse che sono state pubblicate su tutte le testate giornalistiche locali, attesa anche la rilevanza pubblicistica della carica pubblica ricoperta. Domenico Fraone in data 17.9.2021 si è gravemente ammalato di leucemia fulminante promielocitica acuta. Domenico Fraone intende precisare che il dissequestro dei beni era stato disposto in data 9.2.2023 dal Tribunale di Catanzaro, anche a seguito di una relazione del Procuratore Generale della Corte di Cassazione che aveva ritenuto i reati contestati insussistenti e neanche astrattamente ipotizzabili, ma la società è stata restituita con debiti di oltre sei milioni di euro per atti impositivi emessi dall’Agenzia delle Entrate di Vibo Valentia durante l’amministrazione giudiziaria che non li ha impugnati. Domenico Fraone a tutt’oggi non si spiega come gli inquirenti abbiano potuto scambiare chiare ed evidenti estorsioni subìte dallo stesso ad opera di esponenti apicali delle consorterie in favore di soggetti ben precisi, molte risultanti dalla C.N.R., dal provvedimento di fermo e dal compendio intercettivo, con un contributo che Domenico Fraone avrebbe apportato alle cosche locali. In pratica, si è confusa la vittima con il carnefice. La difesa ha dimostrato che in tutti gli episodi contestati Fraone era stato vittima di richieste e di imposizioni da parte dei clan e che ciò risultava dalle stesse investigazioni della Guardia di Finanza. Domenico Fraone non si spiega come allo stato nessun provvedimento sia stato emesso nei confronti degli autori delle imposizioni che ha puntualmente denunciato; evidentemente dietro alcuni soggetti si nascondono interessi troppo forti per essere disvelati. Come distruggere la reputazione, la vita professionale, economica, personale e familiare di un professionista, “la formula perfetta”.