Al motto di “Anch’io sono la Protezione Civile”, dal 22 al 28 luglio si sta svolgendo ad Arena il primo campo scuola di Prociv, promosso e coordinato dal Dipartimento Nazionale di protezione civile (in collaborazione con le Regioni e le Organizzazioni nazionali e locali di volontariato) e organizzato dall’attivissima “Promoarena”, presso la sede dell’associazione e lo stadio cittadino. L’interessante progetto formativo e informativo sarà diretto dal presidente, nonché responsabile organizzativo e capo campo Filippo Adamo, coordinato dai vice Rosa Campagna, Antonio Cirillo e Giuseppe Gerace e da tutti i volontari che vi hanno aderito. Aperto a bambini e ragazzi dai 10 ai 16 anni (circa 40), il campo è gratuito e si pone l’obiettivo di far provare agli stessi una vera e propria esperienza di protezione civile, in cui, attraverso un percorso didattico di esercitazioni pratiche e lezioni teoriche, i giovani partecipanti, vivendo una settimana in tenda con i volontari, avranno l’opportunità di avvicinarsi alla protezione civile, approfondendone professionalità e competenze, la conoscenza dei rischi sui propri territori, i piani d’intervento comunali e i comportamenti da adottare in caso di emergenza, a tutela dell’ambiente e del patrimonio boschivo e naturalistico. Anche attraverso l’utilizzo delle attrezzature necessarie e a stretto contatto con: Vigili del Fuoco, Carabinieri Forestali, gruppi “Aib” (anti incendio boschivo), “Suem” (Servizio sanitario di urgenza ed emergenza), unità Cinofile e altri. Nato nel 2007 il progetto “Anch’io sono la protezione civile” ha lo scopo di inculcare nei giovani i valori del volontariato, le attività di coordinamento, di comunicazione e intervento a garanzia della pubblica incolumità e il senso di appartenenza alla comunità, che si può conquistare ogni giorno anche con piccoli gesti, avendo consapevolezza sulla necessità di convivere e saper affrontare i rischi della propria terra. Si punta a creare un modello di cittadinanza attiva, preparata, consapevole, rispettosa di un territorio fragilissimo e capace di adottare comportamenti adeguati a superare le calamità. Un Grest “insolito” per insegnare a vivere e a rispettare il territorio dove si vive. Perché questo abbiamo e qui dobbiamo vivere. E più siamo educati a rispettarlo e più ci viviamo meglio. Complimenti!