Il giudice del Tribunale di Lamezia Terme ha rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare coercitiva nei confronti dei fratelli Gregorio, Pasquale e Giovan Battista Lillo Odoardi, nonché per Davide Francesco Trunzo (operaio di Gregorio Odoardi), protagonisti della rissa avvenuta lo scorso 9 luglio nel capannone della nota azienda vinicola di Campodorato a Nocera Terinese. Nei loro confronti il giudice aveva disposto il divieto di avvicinamento ognuno fra loro, con applicazione del braccialetto elettronico, e ai luoghi da ognuno abitualmente frequentati (tra cui terreni, gli immobili ed il capannone siti in contrada Campodorato n. 35 e in località Macchie del Comune di Nocera Terinese). Il giudice ha comunque disposto la revoca del braccialetto elettronico per Pasquale Lillo Odoardi, medico all’ospedale di Lamezia, che ha potuto togliere il bracciale, a seguito dell’istanza presentata dal suo legale, Pino Spinelli.
Una vicenda, quella dei fratelli Odoardi, che si trascina da anni e che è legata alla divisione del patrimonio aziendale. Una questione sfociata il 9 luglio in una lite furibonda, tanto che due dei fratelli sono dovuti ricorre alle cure del Pronto soccorso. Nel provvedimento della misura coercitiva il giudice ha evidenziato che «si tratta di una lite in cui entrambi i gruppi contrapposti hanno posto in essere aggressioni ai danni degli altri. Tanto si ricava non soltanto dalle denunce-querele sporte, che non appaiono genuine nella parte in cui tentano di accreditare come un gruppo fosse invero vittima dell’aggressione dell’altro, ma anche e soprattutto dalle dichiarazioni rese da soggetti non partecipanti alla rissa: da un lato, un testimone che ha sostenuto che Trunzo e Gregorio Odorardi avevano colpito Giovan Battista; dall’altro lato, un altro testimone ha asserito che Pasquale Odoardi aveva aggredito Gregorio».
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