Da un lato s'è detto d’accordo con la scelta del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, che ha annunciato di ricorrere al Tar per cercare di bloccare il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica che ha autorizzato Eni Rewind a bonificare una parte importante dell’area industriale dismessa. Dall’altro ha sollecitato «l’organizzazione di un referendum popolare che consenta ai cittadini di esprimere il loro diniego» verso la decisione assunta dal dicastero che la scorsa settimana ha dato il via libera al progetto stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2 presentato dalla multinazionale del cane a sei zampe. Si può sintetizzare così la proposta che Andrea Arcuri, fondatore del gruppo di maggioranza “Stanchi dei soliti” che in Consiglio comunale esprime tre eletti, ha messo sul tavolo all’indomani dell’ok ricevuto dalla società del gruppo Eni ad iniziare, entro ottobre, il risanamento ambientale della discarica fronte mare ex Pertusola-Armeria e dei siti interni degli stabilimenti ex Pertusola Nord ed ex Agricoltura. Non solo. Perché Arcuri ha anche invocato una forma di protesta che gli amministratori pubblici del Crotonese dovrebbero portare nella capitale. «Una presa di posizione – viene definita nel documento del movimento politico – di tutti i sindaci della provincia, del presidente della Regione e dei consiglieri comunali» affinché «insieme si rechino a Roma a manifestare contro questa scellerata decisione».