Movida e rumori molesti animano il dibattito di questo inizio d’agosto a Soverato dove è in corso un confronto serrato tra sindaco, operatori di settore e privati cittadini. Al centro della discussione l’ordinanza del 31 dicembre 2022, che nella cittadina ionica regola l’attività notturna dei locali e l’impatto del rumore sulla salute della comunità e sulla vivibilità di Soverato. Un argomento che tiene banco da anni nella cittadina soveratese dove un’incerta identità turistica alimenta lo scontro tra le parti.
Da un lato c’è chi vorrebbe maggiore tranquillità, dall’altro chi teme che rinunciando all’unica forma di attrazione basata sull’intrattenimento dei più giovani, possa definitivamente annullarsi qualsiasi attività commerciale e turistica. In mezzo la constatazione delle gravi carenze che al momento limitano le ambizioni di una cittadina che non ha posti letto a sufficienza e che comunque non vede al suo interno strutture ricettive capaci di attrarre un turismo d’élite contro quello di massa che attualmente caratterizza le estati ioniche. I promotori dell’incontro col sindaco avanzano le loro proposte: di ridefinire i criteri per la classificazione delle discoteche di Soverato suggerendo di individuare specifici requisiti tecnici e impiantistici per i locali notturni, al fine di minimizzare l’impatto acustico sulle abitazioni vicine, di chiarire quali locali rientrino nella deroga che consente di prolungare la musica fino alle 5 del mattino e di imporre il divieto di utilizzare fuochi di artificio e vocalist all’interno delle discoteche.
Punti a cui il sindaco Daniele Vacca risponde in maniera secca. «Alcune richieste sono superate dalle ordinanze vigenti – spiega il primo cittadino – che, per esempio, vietano già l’uso dei fuochi di artificio, altre sono impraticabili come ad esempio la classificazione dei locali in base all’impiantistica che non rientrano nelle prerogative del sindaco».
Nell’incontro si è poi criticata la «visione politica che sembra privilegiare un modello di turismo basato su un’intensa attività notturna, a discapito della qualità della vita dei residenti», ma le cose per il primo cittadino non stanno in questo modo. «Al momento – sottolinea ancora – la nostra città vive di questo tipo di economia e cercare di cambiarla con un’ordinanza non farebbe altro che svuotarla e mettere in crisi tutte le attività».
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