Ventilatori ai detenuti: anche il carcere di Vibo nel progetto Cei "Semi di tarassaco volano nell'aria"
La Chiesa Cattolica Italiana, grazie ai fondi dell’8x1000, ha fatto dono di oltre 2.000 ventilatori distribuiti in 30 istituti penitenziari sul territorio nazionale per aiutare i detenuti a sopportare il caldo estivo. É un segno di vicinanza verso quelle persone che vivono dietro le sbarre. Lo scorso anno hanno donato delle Bibbie, stampate appositamente dalla Cei per il carcere e quest'anno hanno avuto la bella idea di regalare dei ventilatori. Tra i vari istituti di detenzione anche il carcere di Vibo ha beneficiato di 80 ventilatori, grazie all’impegno dei cappellani don Maurizio Macrí e don Pietro Pontoriero che ogni giorno ascoltano i problemi dei detenuti insieme al diacono Raffaele Cuppari che gestisce la Caritas aiutando i detenuti più poveri e più fragili con la distribuzione di indumenti e sussidi economici.
In Estate la vita in carcere subisce delle trasformazioni notevoli, molte attività vengono sospese come la scuola e i vari laboratori, la giornata diventa sempre più difficile da vivere perché il tempo sembra non passare mai come se si vivesse la giornata in modo passivo. La missione della Chiesa all’interno del carcere, con la figura dei cappellani dei volontari e del diacono, é quella di portare una parola di conforto e di speranza ai fratelli detenuti. "É un gesto e una attenzione da parte della Chiesa Italiana molto lodevole e di interessamento discreto alla situazione attuale delle nostre carceri. - spiegano i sacerdoti - Come sarebbe bello se nelle le parrocchie si sensibilizzasse la comunità in occasioni di feste patronali, anziché spendere i soldi soltanto per i fuochi pirotecnici o in cantanti di fama, oppure nei momenti forti liturgici Avvento - Quaresima nella raccolta di indumenti per i detenuti indigenti come tute e magliette o nella raccolta di cosmetici per l'igiene personale. Molte volte ci soffermiamo sul giudizio negativo nei confronti dei nostri fratelli detenuti ma proprio perché hanno toccato il fondo e hanno commesso un reato , credo che abbiano bisogno del nostro sostegno umano, morale e spirituale per non ricadere nell’errore, solo così potremo aiutarli a migliorare per essere persone pronte e libere a riprendere in mano la propria vita, perché la vita è bella e va vissuta nel migliore dei modi. E anche quando si sbaglia, occorre scontare le giuste pene ma anche ricordarci che la nostra legge permette un percorso di rieducazione, riabilitazione e riparazione del male fatto. La repressione non estirpa il male ma lo reprime e lo nasconde per poi presentarsi in maniera molto più forte. Educhiamo alla giustizia e alla legalità, favoriamo pene giuste e se serve anche severe ma diamo a tutti la possibilità di redimersi e migliorare per migliorare i luoghi e le situazioni marce da cui provengono.