Che il territorio vibonese rappresenti pressoché un unicum sul piano nazionale, in quanto a commissioni d’accesso agli atti dei Comuni che lo compongono, è un fatto ormai acclarato.
Non v’è provincia, da nord a sud della penisola, che abbia una percentuale così elevata di Enti, il cui percorso amministrativo sia stato interrotto dal Consiglio dei Ministri, su input del ministero dell’Interno. E quando gli scioglimenti arrivano, la giustizia amministrativa sistematicamente li conferma. Stando ai freddi numeri, su 51 enti (50 comuni ai quali si aggiunge l’Asp, anch’essa attenzionata per possibili infiltrazioni mafiose), quattro risultano al momento sciolti, vale a dire, Acquaro, Capistrano, Tropea e Stefanaconi, a Nicotera l’accertamento si è concluso con un nulla di fatto, a Mileto e Filadelfia, le commissioni sono ancora al lavoro, a Soriano Calabro si è rivotato dopo uno scioglimento, lo scorso 10 giugno. E si è in attesa del verdetto inerente l’Azienda sanitaria provinciale.
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