Sciglimento del Comune di Capistrano per infiltrazioni mafiose, Morra: "I controlli funzionano"
«La conferma da parte del Tar dello scioglimento degli organi elettivi del Comune di Capistrano per infiltrazioni mafiose è la conferma di averci visto giusto quando nel giugno del 2022, unitamente solo a qualche giornalista impegnato sul fronte dell’antimafia, ho sollevato il caso». E’ quanto dice all’Agi l’ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, dopo la pronuncia dei giudici amministrativi che hanno ritenuto «manifestamente infondato» il ricorso proposto dall’ex sindaco di Capistrano, Marco Martino, dando invece ragione alle relazioni della Prefettura di Vibo Valentia, del ministro dell’Interno e, quindi, alla decisione del Consiglio dei ministri di commissariare il Comune per infiltrazioni mafiose. «Tutto ciò sta a significare - dichiara Morra - che il sistema dei controlli sugli enti locali funziona e chi ha le carte in regola non ha nulla da temere a differenza di chi mantiene rapporti opachi, tali definiti ora anche dal Tar, con ambienti controindicati. La legge che regolamenta gli scioglimenti degli enti locali per infiltrazioni mafiose c'è e va applicata. Casomai c'è da chiedersi come mai buona parte della classe politica vibonese e calabrese non si sia mai accorta del livello di inquinamento mafioso in determinati Municipi». Da ricordare che per il Tar la decisione di commissariare il Comune di Capistrano «si basa su una serie di elementi concreti che dimostrano l’influenza mafiosa sull'amministrazione locale», con «un’alterazione della volontà popolare in occasione delle amministrative del giugno 2022», tanto che il candidato a sindaco Rocco Tino ha ammesso ai commissari che per i suoi candidati ci «hanno pensato gli avversari Marco Martino e Vito Pirruccio», aggiungendo di non aver tenuto «nemmeno un comizio elettorale, ma di essersi anzi recato, unitamente ai candidati della sua lista, ad ascoltare unicamente quelli del candidato Martino».