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Vibo, scoppia il caos in ospedale tra medico e infermiere: allertati i carabinieri

La denuncia della dottoressa Rodolico: diverbio con un infermiere. Contestata la decisione di spostare alcuni pazienti

L'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia

Ennesima “aggressione” ai sanitari. È successo qualche giorno fa al Pronto soccorso, davanti ai pazienti. La dottoressa Marianna Rodolico, attualmente facente funzione di primario, al fine di decongestionare il corridoio, occupato da diverse barelle con pazienti, aveva disposto che venissero sistemate in stanze di degenza, utilizzando posti inutilizzati della Medicina d’urgenza; stanze carenti di personale dedicato e pertanto dovevano essere gli stessi infermieri a prendersene cura (si tratterebbe di pochi metri di distanza).
Una decisione che avrebbe assunto nello spirito di andare incontro alle necessità/dignità del paziente e nel tentativo di migliorare la condizione lavorativa: ma che avrebbe destato perplessità negli infermieri in servizio, tale da indurre a chiamare il caposala (che era in ferie), il quale si sarebbe presentato in Pronto soccorso dinanzi alla dottoressa, presentando le sue rimostranze sindacali (poiché lo stesso è altresì rappresentante sindacale). Toni ritenuti minacciosi e forse oltre “soglia”, dal camice bianco che ha allertato le forze dell’ordine.
Una vicenda che ha scosso il personale e l’utenza, considerato che al di là dell’”insubordinazione” poiché si può dissentire e contestare anche nei giorni successivi (anche con rivendicazioni sindacali), ciò che ha colpito l’utenza sono i modi: avrebbero gradito che la situazione venisse gestita in altro modo. La natura dell’iniziativa (estemporanea e temporanea), intrapresa dalla professionista, sorta per affrontare la carenza di personale (sottodimensionato rispetto all’incremento delle richieste) e migliorare le condizioni lavorative e la dignità dei pazienti, ha invece scatenato guerre interne ed intestine.
Il management Asp starebbe valutando eventuali provvedimenti: al vaglio anche il “peso” delle tensioni e dei conflitti tra il personale, significativi di un “malessere” tra gli stessi operatori. Dirimenti potrebbero essere le dichiarazioni raccolte dai testimoni oculari: i carabinieri ascolteranno i testimoni per giungere ad una ricostruzione accurata. Voci parlerebbero di violenza “al limite” e che la Rodolico, già vittima di aggressioni in passato, abbia temuto per la sua incolumità.

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