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Girifalco, l’incendio e il rischio amianto: ma dopo 4 anni ancora nessuna bonifica

Lo stato di un capannone genera preoccupazione nei residenti di contrada Cannavù. Danneggiato il tetto della struttura. Nulla di fatto tra esposti e indagini

Il rischio per la salute è concreto, ma da quattro anni nulla è stato fatto per mettere in sicurezza un capannone con il tetto rivestito in eternit, contenente amianto, situato in contrada Cannavù. I residenti che vivono nella zona sono seriamente preoccupati per la propria salute, essendo ampiamente nota la tossicità dell’amianto, quando vengono inalate le particelle che si sprigionano dalla sua polverizzazione. Il problema è iniziato quattro anni fa, nel marzo 2020, a seguito di un incendio che ha interessato il capannone, di circa 1.500 metri quadrati, che era stato adibito a pollaio. L’incendio aveva aggravato lo stato di cattiva conservazione in cui si trovava il fabbricato. Vista l’inerzia delle istituzioni sulla vicenda, nel novembre 2022 viene presentato un esposto contro ignoti da un residente della zona con cui veniva lamentata la mancata rimozione della copertura pericolosa, nonché la mancata esecuzione dell’ordinanza emessa dal Comune di Girifalco. Nel gennaio dello stesso anno, infatti, il sindaco Pietrantonio Cristofaro aveva ordinato al custode giudiziario dell’immobile (che era stato posto sotto sequestro) di effettuare, entro e non oltre 90 giorni dalla notifica del provvedimento, la bonifica dell’area e la costante osservazione e manutenzione dei materiali contenenti amianto contestualmente all’effettuazione del monitoraggio ambientale. Quell’ordinanza, però, non è stata ancora eseguita, nonostante nella stessa si parlasse di «grave, concreto ed attuale pericolo per la salute dei cittadini».

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