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Voragine e strada chiusa da sei mesi. La protesta dei cittadini di Joppolo

Appello al sindaco Dato ad intervenire con urgenza:sott’accusa la Provincia

Il 29 agosto segnerà sei mesi da quando la strada è sprofondata e la circolazione deviata sulla viabilità limitrofa. Si tratta della Sp 24 “Torre Abate Michele - Caroniti - Joppolo Ffss” tra il km 7 + 100 (centro abitato di Caroniti) ed il km 7 + 500, strada da subito interdetta al traffico. Si conta un intero semestre vissuto con intuibili disagi, perché le alternative comportano il doppio della distanza e dei tempi di percorrenza.
Tuttavia, nonostante il tempo trascorso, la situazione non è cambiata: la voragine si è riempita di vegetazione, mentre gli automobilisti continuano a trovarsi di fronte ad un ostacolo insormontabile, senza alcuna segnalazione chiara: è palpabile la difficoltà degli ignari automobilisti (specie turisti) che la percorrono alla volta del capoluogo, ma giunti sul tratto incriminato, sono costretti ad invertire la marcia: «non hanno avuto nemmeno il buonsenso di mettere un cartello per segnalare che la strada non è percorribile» lamentano.

Tra qualche settimana si ritorna a scuola e sono numerosi i pendolari costretti ancora a viaggiare – chi con propri mezzi e chi col trasporto pubblico – sulle strade alternative, che restano la provinciale sino a Nicotera o Coccorino, per raggiungere Monte Poro alla volta di Vibo. «Di tempo – evidenziano alcuni joppolesi – ne hanno avuto dalla Provincia…» facendo così un appello al sindaco Giuseppe Dato affinché «batta i pugni sul tavolo della Provincia per far sentire le nostre necessità».

La strada è infatti di competenza di palazzo ex Enel. Dal 1⁰ marzo è in vigore l’ordinanza vergata dal presidente Corrado L’Andolina e, chiusa al transito. A monte era stata riscontrata la presenza di un cedimento della sede stradale che interessava quasi tutta la carreggiata, dovuto al collasso di un tombino in muratura destinato a convogliare le acque piovane provenienti da monte. La sede stradale riverserebbe in precarie condizioni di stabilità, con rischio di ulteriore cedimento e pregiudizio della incolumità. Dunque, nel provvedimento è riportato che rimarrà chiusa sino a quando non saranno completati i lavori di messa in sicurezza del tombino e ripristinate le condizioni di transitabilità.

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