Carenza di personale e turni pesanti: così il Pronto soccorso di Vibo scoppia. L’allarme degli infermieri
Personale ridotto all’osso, turni massacranti per poter garantire il funzionamento del reparto e l’adeguata assistenza ai pazienti, stress, rischio aggressioni. È questa la situazione che descrivono gli infermieri del Pronto soccorso dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo Valentia. Negli ultimi mesi, in effetti, diversi episodi di violenza ai danni degli operatori ospedalieri, tra inciviltà ed esasperazione. Sono in effetti innumerevoli le criticità che il personale infermieristico espone: «Noi infermieri siamo ormai nel dimenticatoio. Ogni giorno lavoriamo in “trincea”, quando iniziamo il turno mettiamo “un coltello tra i denti” per poter affrontare le pesantissime situazioni di stress a cui le condizioni attuali in cui svolgiamo la nostra attività ci sottopongono. Nonostante tutto, siamo trattati come dei nullafacenti, siamo quasi una categoria discriminata anche dalle figure che si trovano a lottare nel nostro stesso reparto.». In questo drammatico quadro, ribadiscono gli infermieri «è fondamentale la sinergia tra tutto il personale che lavora in reparto (infermieri, medici, oss e quant’altro) affinché vi siano le condizioni di serenità necessarie ad affrontare le emergenze. Sappiamo bene quanta lucidità e prontezza occorrono per gestire i delicatissimi casi che entrano in Pronto soccorso, quotidianamente: lavorare in un ambiente sereno e sinergico, con la collaborazione di tutti, pertanto, è importante». Poi il punto sulle problematiche emerse. «Per la Medicina di urgenza – spiegano gli infermieri – occorre un determinato numero di personale: allo stato attuale noi non possiamo gestirla, avendo già in carico l’emergenza e non è poco con il personale sottodimensionato! E ancora, il boarding, che ha tolto un medico per la presa in carico dei codici bianchi: un duro colpo, che ha privato noi infermieri di una spalla al triage! Sono pochi anche gli operatori socio-sanitari: questi ultimi danno un forte sostegno a noi infermieri e non manchiamo di ringraziarli».