Il rischio che dal mese prossimo le oltre 3500 persone sostenute dal Banco alimentare rimangano senza forniture di beni di prima necessità è concreto. Se entro il 26 settembre, infatti, nel Vibonese non si troverà una sede idonea per ospitare le derrate alimentari che l’associazione benefica riceverà, il carico non arriverà. È il timore maggiore esposto dai rappresentanti regionali e provinciali del Banco alimentare – rispettivamente Giovanni Romeo e Antonello Murone – che mercoledì sono stati ricevuti, insieme ai componenti di altri sodalizi che collaborano con l’associazione, dal sindaco Enzo Romeo e dalla consigliera di maggioranza Dina Satriani per discutere circa la questione. Da settimane la situazione è al vaglio dell’Amministrazione comunale, che si sta spendendo non poco per trovare una soluzione adeguata. «Abbiamo vagliato alcuni locali comunali da fornire al Banco alimentare – ha spiegato il primo cittadino –, ma non sono idonei. Poi si è fatto avanti un privato, il quale aveva messo a disposizione una propria struttura, ma dai sopralluoghi che abbiamo effettuato, l’edificio non presenta le caratteristiche necessarie allo scopo. Serve, infatti, un locale che sia ampio, adeguato al carico e allo scarico delle merci mediante camion e mezzi pesanti. Stiamo dispiegando un notevole impegno nel reperire una struttura idonea, almeno temporaneamente, per far sì che non sia interrotto l’importante servizio di sostegno che il Banco alimentare garantisce agli indigenti». In tal senso, al termine dell’incontro ha espresso fiducia Murone: «Il sindaco e gli amministratori non si stanno risparmiando per risolvere la questione, che hanno preso particolarmente a cuore». Si auspica che una struttura adeguata possa essere reperita al più presto, affinché l’importante attività che il Banco alimentare, avvalendosi anche della collaborazione di altre associazioni di volontariato, porta avanti sul territorio. Attività che, come detto, rappresenta un notevole supporto per più di 3500 persone tra Vibo e provincia: agevole comprenderne i disagi che la sospensione del servizio comporterebbe.