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Catanzaro, la Procura ha chiesto l’archiviazione per la morte dei tre fratelli Corasoniti

Il drammatico rogo divampato il 21 ottobre del 2022. Il fascicolo era a carico di ignoti con l’ipotesi di omicidio colposo

La Procura della Repubblica ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sul tragico rogo del 21 ottobre 2022 in cui morirono i tre fratelli Saverio, Aldo Pio e Mattia Corasoniti. Il fascicolo, a carico di ignoti, era stato aperto con le ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose. Ora ci sarà tempo fino al 20 settembre per presentare opposizione alla richiesta della Procura. In tal caso sarà fissata un’udienza camerale davanti al gip che, sentite le parti, decide se accogliere la richiesta della Procura archiviando il caso o, al contrario, ordinare nuove indagini.
Con ogni probabilità un ruolo decisivo nella scelta degli inquirenti lo ha giocato la perizia degli ingegneri Daniele Menniti e Giovanni Brusco che hanno addebitato lo scoppio del rogo mortale a una fuga termica che avrebbe fatto scoppiare la batteria al litio di uno dei tablet e laptop presenti nella casa della famiglia Corasoniti. «Risulta in definitiva che – si legge nel documento – con probabilità superiore al 75% l'incendio si sia potuto originare dall'esplosione di una delle batterie al litio di uno dei 6 laptop o di uno dei due tablet in carica nella notte, probabilmente tutti custoditi all’interno dei cassetti di un mobile e, quindi, privi di ventilazione. L'esplosione e il conseguente incendio delle batterie di una delle apparecchiature sotto carica ha poi potuto anche propagarsi alle altre apparecchiature e, quindi, portare in fuga termica tutte le batterie delle restanti apparecchiature giustificandosi così ulteriormente la portata dell’incendio». Due i sopralluoghi effettuati dagli ingegneri assieme agli investigatori dell’Arma, ai vigili del fuoco, ai tecnici dell’Aterp, agli avvocati della famiglia Giovanni Fioresta e Francesco Gigliotti e dai loro consulenti Gerlando e Salvatore Cuffaro.
I periti, già al termine del primo sopralluogo effettuato nella casa dei Corasoniti, hanno escluso che il drammatico rogo abbia avuto origine per cause “esterne”. L'attenzione dei due ingegneri si è concentrata su «una serie di elementi potenzialmente atti a far innescare un incendio per cause di natura elettrica».

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