Mentre sembra suonare il “de Profundis” sul Sistema bibliotecario vibonese, gravato da una montagna di debiti ed al centro di un’inchiesta giudiziaria, e la Biblioteca comunale stenta a decollare, dopo la sua riapertura, c’è chi ancora non si rassegna al fatto che cali definitivamente il sipario sia sul patrimonio librario e documentario di Palazzo Santa Chiara, costituito da 80mila volumi e migliaia di film e fotografie, che sulla struttura pubblica che contiene 60 mila opere, tra libri antichi e moderni, mappe e fotografie, oltre circa 250.000 riviste e giornali.
Ad alzare la voce è l’osservatorio civico “Città Attiva”, da anni attivo sul territorio, tutt’altro che intenzionato a rimanere inerme dinanzi all’eventualità che tutto ciò possa andare disperso. Chiaro il monito di Francesca Guzzo: «Nessuno tocchi la nostra storia, nessuno derubi Vibo ed i suoi cittadini, nessuno la governi mai più senza amarla».
Parole forti che fanno presagire un autunno caldo su questo delicato fronte. «L’osservatorio civico Città Attiva – si chiarisce in una nota - non intende entrare nel merito della questione, né vuole soffermarsi sulla recente inchiesta della Guardia di finanza e della Procura della Repubblica che ha riscontrato criticità relative alla contabilità dell'istituto culturale, a cui è conseguita la graduale riduzione dei servizi ultimamente affidati ad una sola dipendente e tre volontarie, le quali meritoriamente si alternavano per cercare di mandare avanti le attività principali.
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