Le presunte falle presenti nei conti di Congesi, il consorzio pubblico che si occupa del servizio idrico integrato in 14 Comuni del Crotonese, sarebbero emerse anche dal bilancio consuntivo del 2022 che fece registrare un utile di 7.893 euro. Lo mette nero su bianco la Procura di Crotone nelle carte dell'inchiesta sugli ipotizzati crediti gonfiati della partecipata (dal 2016 ad oggi) per bilanciare l'elevato debito che vede coinvolte dieci persone, tra attuali ed ex amministratori, revisori contabili e direttore amministrativo, che sono state iscritte nel registro degli indagati. «Gran parte dei crediti iscritti» due anni fa «in bilancio» - si legge nel decreto di perquisizione e sequestro firmato dal sostituto procuratore Alessandro Rho, titolare del fascicolo - riguardavano le «posizioni gravate da errori anagrafici» e «posizioni potenzialmente prescritte» con «conseguente inveritiera contabilizzazione dei connessi ricavi, evidentemente inesistenti». A riguardo, i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria scrivono così nell'annotazione del 26 giugno scorso: «Ancora più rilevante - viene evidenziato - è la relazione ai soci», ossia i 14 Comuni, «del nuovo revisore unico il quale sin dalla sua prima relazione ha posto l'attenzione alle problematiche del consorzio, rilevando in particolare» una serie di criticità. Tra quest'ultime, figurano le «anagrafiche errate degli utenti», le «circa 5 mila utenze con anagrafiche inesatte», la «bassa attività di riscossione» e infine l'assenza di «crediti prescritti», come riferito dal presidente di Congesi Claudio Liotti e dagli uffici, «che potrebbero esuberare il valore dell'attuale fondo di svalutazione».