La situazione è esplosiva. E la sanità vibonese, mai come in questo caso, rischia di toccare un punto di non ritorno. Su ogni fronte. Quasi una serie di congiunture sfavorevoli si fossero riunite sotto lo stesso segno astrale. Il Pronto soccorso è divenuto da tempo un campo di battaglia. Medici ve ne sono pochi, pochissimi e quando non riescono a dare risposte vengono aggrediti non solo verbalmente e fisicamente da pazienti e relativi familiari. Il disagio determina ripetuti scontri anche all’interno dello stesso personale sanitario. Rebus sic stantibus, lo Stato è arrivato ieri all’extrema ratio, non riuscendo a venire a capo della situazione. Ed il prefetto, così anticipato ieri dalla Gazzetta del Sud, ha optato per l’invio dell’esercito, anche il commissario dell’Asp Antonio Battistini ha provato a smorzare la portata del provvedimento confermato però dallo stesso prefetto anche all’agenzia Ansa. I controlli riguarderanno anche la zona marina della città con vigilanza, sempre dinamica anche sulle stazioni ferrovie di Vibo Marina e Vibo Pizzo e la zona di Portosalvo, dove si trova anche un hub per migranti situato davanti ad una scuola temporanea. I “passaggi” dei militari davanti all’ospedale - dove è presente il posto fisso della Polizia di Stato - sono iniziati già da venerdì ma il servizio entrerà a pieno regime da domani in base ad una turnazione in coordinamento con le altre forze dell'ordine. «Non mi risulta - si è limitato a dire Battistini - che si sia stabilito di inviare l’esercito allo Jazzolino, sebbene abbia le mie interlocuzioni». Un “giallo” che dovrà presto trovare una soluzione. Intanto i problemi restano come pure le mille questioni aperte. Una su tutte è quella legata al possibile scioglimento per mafia dell’Azienda sanitaria provinciale che vive in un limbo che presagire il baratro.
I due nervi scoperti sono stati segnalati in una recente interrogazione, dal consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti, direttamente al presidente della giunta regionale e commissario della sanità Roberto Occhiuto: «La situazione del governo dell’Asp di Vibo, tra commissione d’accesso e commissario part time - ha tuonato Mammoliti - segna il punto di caduta più incomprensibile della storia vibonese e non rende concretamente possibili azioni in grado di rimettere in asse il sistema sanitario pubblico vibonese».
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