Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 25 Novembre 2024

Catanzaro, la denuncia di una dipendente dell'Asp: “Pedinata e sorvegliata dall'Azienda”

Una dipendente dell’ASP Catanzaro ha intentato una causa contro l’Azienda sanitaria provinciale al fine di tutelare i propri diritti. Avrebbe scoperto di essere stata pedinata e sorvegliata dall’Azienda, su incarico del Commissario, fuori dall’Azienda ed ha, tramite l'avvocato Francesco Pitaro, denunciato il tutto al Commissario ad acta per la Sanità e all’Ispettorato del Lavoro.

La denuncia

Nell’atto si legge che “l’istante è dipendente dell’Asp Catanzaro dal 2000 e addetta dall’anno 2017 all’ufficio personale; Che, inopinatamente e improvvisamente e immotivatamente, con atto del 30/5/2024 a firma del Commissario la dipendente Senese è stata trasferita sine die presso il Dipartimento salute mentale; Che tale illegale e discriminatorio atto contra ius non indica le presunte e inesistenti comprovate ragioni tecniche e organizzative e produttive che hanno determinato l’illegale spostamento; Che, infatti, non è dato capire perché le presunte carenze di collaboratore amministrativo presso il Dipartimento salute mentale debbano essere arginate attingendo dall’ufficio personale e perché tra i vari collaboratori amministrativi dell’ufficio personale sia stata “pescata” la dipendente istante che ha un’enorme anzianità di servizio; Che avverso il detto illegale atto di spostamento la dipendente istante ha proposto ricorso al Tribunale del Lavoro di Catanzaro al fine di ottenere giustizia; Che tale illegale e discriminatorio atto di trasferimento ha causato nell’incolpevole dipendente stati di ansia e tensioni emotive per come attestato dai certificati medici costringendo la stessa ad assentarsi dal lavoro per documentate ragioni di malattia; Che nel giudizio pendente in Tribunale l’Asp Catanzaro si è costituita, su mandato del commissario, con avvocato esterno del foro di Roma nonostante nell’Asp vi sia ufficio legale dotato di propri avvocati; Che unitamente alla memoria di costituzione in Tribunale l’Asp di Catanzaro ha depositato, attraverso il nominato avvocato esterno, una Relazione investigativa, che si allega, commissionata dal Commissario e svolta da un’agenzia di investigazione; Che, in buona sostanza, il commissario ha dato incarico ad un’agenzia di investigazione al fine di seguire e pedinare, fuori dall’Azienda, l’incolpevole dipendente (illegalmente trasferita) e al fine di accertare se la dipendente in malattia nelle fasce di reperibilità si trovasse a casa; Che, inoltre, tale illegale pedinamento, che nessuna pertinenza ha col giudizio pendente, non rientra tra gli atti tipici del datore di lavoro; Che, infatti, fermo restando che la dipendente istante alcun obbligo ha di rispettare le fasce di reperibilità per la propria invalidità permanente e per la patologia che l’ha costretta ad assentarsi dal lavoro per malattia, il rispetto della presenza del dipendente nelle fasce di reperibilità deve essere accertato dagli organi competenti e cioè Inps o Guardia di Finanza; Che, pertanto, si è davanti ad un atto grave attraverso cui sono stati violati i diritti primari e fondamentali e le libertà della lavoratrice; Che se fosse valido quanto disposto dal commissario Battistini a carico della povera lavoratrice significherebbe che l’Asp di Catanzaro dovrà incaricare per ogni dipendente che si pone in malattia un pedinamento attraverso un’agenzia di investigazione; Che quanto accaduto è fatto grave e penalmente rilevante rispetto a cui la dipendente riserva di depositare esposto querela alla Procura della Repubblica; Che siamo davanti ad un atto lesivo dei diritti essenziali e delle libertà della lavoratrice che ha subito un illegale pedinamento al di fuori dell’ufficio con conseguente illegale invasione e lesione della propria sfera personale e familiare”. Nell’atto dell’avvocato Francesco Pitaro in conclusione si “chiede che il Commissario ad acta per la Sanità in Calabria, onorevole Roberto Occhiuto, voglia prendere atto di quanto esposto e della lesione dei diritti primari ed essenziali e delle libertà e della sfera privata della lavoratrice istante che è stata contra ius pedinata e seguita e sorvegliata fuori dall’Azienda su incarico del Commissario dell’ASP e adottare i conseguenti atti e provvedimenti a tutela della lavoratrice e della sua dignità chiede che l’Ispettorato del Lavoro voglia esaminare i fatti esposti con riferimento all’illegale pedinamento della lavoratrice commissionato dal Commissario dell’ASP e adottare i conseguenti e dovuti atti e determinazioni a tutela della incolpevole lavoratrice riserva di depositare un esposto/querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, in relazione ai fatti esposti e all’illecito pedinamento, al fine di tutelare, anche in sede penale, le proprie ragioni e i propri diritti e la propria sfera privata e la propria dignità di donna e lavoratrice”.

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