Dopo gli ultimi sgomberi si avviano nuove demolizioni a Caminia. La novità rispetto al passato è che a realizzarli non è il comune di Stalettì, ma uno degli occupanti. Il primo ad adempiere alle ordinanze del Comune che aveva già iniziato a sostituirsi agli inadempienti portando avanti la distruzione dei manufatti costruiti senza alcun titolo autorizzativo per poi rivalersi economicamente sui responsabili.
Il destino è da tempo segnato per oltre 60 manufatti dopo le demolizioni già realizzate su altri undici negli ultimi anni. Interventi a tempo di record considerando che tra il primo intervento della Procura della Repubblica, lo sgombero e le prime demolizioni, sono passati poco più di tre anni, un tempo in cui i Comuni limitrofi non sono riusciti a portare a termine neppure le demolizioni di abusi parziali di appartamenti, terrazze e sottotetti da molto più tempo denunciati come abusivi. Interventi che insomma si muovono a due velocità, rendendo il caso di Caminia quasi unico nel suo genere nella provincia di Catanzaro in cui si chiede ora di essere risoluti nello stesso modo in situazioni analoghe.
Intanto continua a essere un tema di attualità il futuro della frazione marina di Stalettì che dovrà ora cercare di costruire una nuova identità per recuperare il borgo marinaro.
A premere verso questo obiettivo i residenti e le associazioni nate proprio per attenzionare gli enti preposti e spronarli a cancellare le situazioni di degrado. Il primo cittadino aveva annunciato la sua idea di creare un’oasi naturalistica che renda l’area sgomberata fruibile a tutti. Nello specifico il Comune sta tentando di comprendere come divenire titolare dell’area sgomberata e di come portare a compimento la demolizione del totale dei manufatti.
Una questione non di poco conto per un comune di meno di 5 mila abitanti che se inizialmente si è fatto carico delle spese iniziali, dovrà ora tentare di ottenere il supporto di Regione e Ministero per procurare altri fondi.
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