L'«avvio degli scavi» per la bonifica dell'ex area industriale di Crotone potrà avvenire «a fine 2024» solo «con l’utilizzo della discarica» di località Columbra in quanto si tratta di «rifiuti non ricevibili da altri impianti in Italia». Lo ribadisce Eni Rewind in una nota diffusa ieri. La società amministrata da Paolo Grossi è tornata a parlare della necessità di ricorrere all'impianto di proprietà della Sovreco per iniziare, entro ottobre, gli interventi previsti dallo stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2 varato lo scorso 1 agosto dal ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. E considerato che la Regione non ha ancora avviato la modifica del Paur per rimuovere i vincoli relativi allo smaltimento dei rifiuti della bonifica, la multinazione del gruppo del Cane a sei zampe ha segnalato lo stallo al Mase ed Emilio Errigo, il commissario straordinario del Sin di Crotone, paventando la possibilità che adotino le «azioni di competenza» qualora la Regione e il Comune di Crotone non dovessero dare «seguito agli obblighi» indicati dal dicastero. Il ministero dell'Ambiente, infatti, ha autorizzato la multinazionale a smaltire nell'impianto di Columbra 362 mila tonnellate di scorie pericolose, senza Tenorm e amianto, provenienti dalla rimozione della discarica fronte mare ex Pertusola. Mentre le restanti 397 mila tonnellate di rifiuti non pericolosi verranno ospitate nelle strutture dislocate tra Puglia, Basilicata e Sicilia. Contestualmente, l'azienda partecipata dallo Stato dovrà mettere in sicurezza le zone industriali interne ex Agricoltura ed ex Pertusola. E per fare ciò, la Regione è stata chiamata a modificare il Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) che, dal 2019, vieta di conferire nelle discariche calabresi le scorie del Sin di Crotone. Così come il Municipio dovrà rilasciare il permesso di costruire alla stessa Eni Rewind per consentirle di realizzare la strada d'emergenza alla luce della chiusura al traffico di via Leonardo da Vinci, antistante al cantiere, per tutta la durata dei lavori. Due adempimenti che – a detta della società –sono in una fase di stallo. «Il 6 settembre scorso – si legge nel comunicato – Eni Rewind, trascorso il termine previsto dal decreto senza che sia stata ricevuta informazione sull’avvio dell’iter per la rimozione del vincolo Paur, ha inviato una diffida alla Regione ribadendo che tale inerzia rischia di impedire l’adempimento degli obblighi di bonifica».
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia