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Donazione organi, l’Aido di Briatico lancia una petizione

L’amarezza del gruppo “Tania Conocchiella” per il mancato servizio allo Jazzolino

L'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia

Da anni l’Aido cerca di sensibilizzare sull'importanza di donare gli organi, promuovendo la cultura della donazione per salvare vite. È avvenuto anche quest’estate con il “Concerto per la vita”, iniziativa tenuta a Tropea e Briatico, fortemente voluta da Pino Conocchiella e dal compianto Nino Valeri.

Ma, se è alta l'attenzione ed aumentano anche i donatori, c'è qualche “ingranaggio” che si inceppa. E la sezione Aido-Briatico presieduta da Angela Frati, per cercare di superare l’ostacolo, lancia una raccolta firme affinché il prelievo di organi avvenga all'ospedale “Jazzolino” di Vibo che avrebbe tutte le caratteristiche necessarie per svolgere tali prestazioni, in quanto rientrano nei livelli essenziali di assistenza (Lea) che rappresentano una priorità del Servizio sanitario nazionale, ed ha reparti chiave come Rianimazione e Neurologia.

Peraltro la sezione Aido, intitolata a “Tania Conocchiella”, aveva da tempo avanzato questa richiesta, in conformità alla legge e per consentire ai donatori post mortem di realizzare il loro desiderio. Ma nonostante gli impegni presi negli anni da vari responsabili e commissari straordinari, non ci sono mai stati progressi, benché siano sempre state riconosciute l'importanza sociale e sanitaria della donazione di organi, la necessità di pazienti in attesa di trapianti e la rilevanza dei costi per effettuarli fuori sede e per il mantenimento dei dializzati. Qualcosa è parsa muoversi qualche mese fa, e ci si augurava che fosse stata imboccata la direzione giusta: il commissario straordinario Asp Antonio Battistini aveva dato incarico per redigere la necessaria procedura per i prelievi d’organo, tessuto e cellule, ad una commissione tecnica interna che si era impegnata di presentarla per validazione/approvazione entro fine giugno 2024. Ma è tutto fermo, poiché nel nosocomio manca il coordinatore locale designato dai vertici dell’Asp che possa attivare la procedura, nonché il collegio medico richiesto dalla legge nel caso di cadavere-donatore.

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