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'Ndrangheta, operazione “Sahel” a Cutro: la faida tra i Martino e i Ciampà era pronta a riesplodere

C'è un'intercettazione captata dagli inquirenti nella quale Salvatore Martino fa riferimento ad una conversazione avuta con una persona, rimasta ignota, che non aveva nascosto il proposito di uccidere i Ciampà sebbene «l'essenziale era non ostacolare l’excursus criminale dei Martino». A Cutro i contrasti tra la “famiglia” Martino da sempre legata ai Grande Aracri ed i Ciampà erano vicini a riaccendersi. L'ha scoperto la Dda di Catanzaro con l'operazione Sahel che venerdì ha portato i carabinieri di Crotone a smantellare l'emergente cosca Martino con l'esecuzione di 31 misure cautelari.
Infatti Vito Martino, padre di Salvatore e oggi ristretto in carcere, in passato affiancò l'ergastolano Nicolino Grande Aracri nella scalata a boss di Cutro con l'eliminazione – nel 2004 – dell'allora capobastone Antonio Dragone, legato ai Ciampà per vincoli familiari. E dalle carte dell'inchiesta viene fuori che quei vecchi attriti tra i due gruppi 'ndranghetistici non sono mai sopiti completamente. «Io ho parlato con … Ma tu che vai trovando? - le domande di Salvatore Martino rivolte all'interlocutore - Che vuoi fare? Dimmi...lo vuoi ammazzare? Lo ammazziamo! Ti vuoi spartire? Vuoi che rimaniamo così le cose? Ci diamo una mano l'uno con l'altro qual è il problema? A me non interessa niente! A te interessa di quello? A me non interessa nulla del tutto! Tu lo puoi pure ammazzare! Proprio così! Pure ammazzare! L'importante che non ci intralci il percorso nostro altrimenti ce la guastiamo e ci facciamo la guerra! Lo puoi pure ammazzare... mo' non mi serve».

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