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Mafia, Piantedosi a Catanzaro: rivedremo normativa scioglimento enti locali

- «Un’ulteriore linea guida» della riforma del Tuel «consiste nella revisione della disciplina sullo scioglimento degli enti locali, al fine di valorizzarne la sua natura di misura di extrema ratio e affinare le misure di supporto e collaborazione, più leggere e flessibili, a sostegno di quegli enti locali per i quali - non ravvisandosi i presupposti per uno scioglimento - risulta dirimente, nell’ottica del recupero, un affiancamento al fine di superare le anomalie e le criticità riscontrate». A dirlo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo a Catanzaro a un seminario sulle autonomie locali. «Senza, quindi, mai deflettere dal contrasto alla delinquenza - ha proseguito Piantedosi - si intende introdurre meccanismi di monitoraggio e sostegno dello Stato non penalizzanti per gli enti locali e non lesivi della loro autonomia». In questa prospettiva, ha aggiunto, «le misure di intervento considerate si rendono necessarie anche al fine di intercettare e prevenire ogni forma di ingerenza della criminalità organizzata rispetto a cospicue risorse pubbliche previste nell’ambito del Pnrr in favore degli stessi enti territoriali».

Autonomia: bene ma nel rispetto unità Repubblica

«E' necessario riflettere sul futuro di Comuni, Province e Città metropolitane anche in considerazione delle riforme in corso e di quelle che, in prospettiva, si profilano. E ciò ancora di più alla luce dell’approvazione della legge sull'autonomia differenziata che, dando attuazione al Titolo V della Costituzione, come riformato nel 2001, traccia il percorso che le regioni a Statuto ordinario dovranno seguire per chiedere nuovi e maggiori ambiti di autonomia, previa, ovviamente, la determinazione dei Lep, ossia delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che dovranno essere uniformemente garantite su tutto il territorio nazionale». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo a Catanzaro a un seminario sulle autonomie locali. Secondo Piantedosi «l'affermazione del principio autonomistico, la valorizzazione dei livelli di governo più prossimi ai territori rappresentano, infatti, tasselli per il rafforzamento della democrazia. A condizione, naturalmente, che le maggiori forme e condizioni di autonomia si inseriscano armonicamente nell’alveo dei principi di unità e indivisibilità della Repubblica e di eguaglianza dei cittadini che ne fanno parte e che - ha concluso il ministro dell’Interno - ogni forma di decentramento sia accompagnata da politiche sociali ed economiche perequative che abbiano il fine di riequilibrare eventuali gap territoriali e di rendere più forte e competitivo il Paese nel suo insieme».

Province: puntiamo a ripristino funzioni originarie

«Le Province si trovano oggi in una situazione di difficoltà, sotto il profilo strumentale e finanziario ma anche organizzativo e normativo, essendo caratterizzate, allo stato, da una regolamentazione frastagliata e non organica, che si è stratificata nel tempo». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenendo a Catanzaro a un seminario sulle autonomie locali. «Gli enti che per decenni hanno rappresentato l’indispensabile punto di raccordo fra il Comune e la Regione - ha aggiunto Piantedosi - sono infatti stati protagonisti di un percorso di revisione legislativa, avvenuto con legge 56/2014, cosiddetta legge Delrio, che ne ha indebolito il ruolo, avendo sottratto alle stesse funzioni e ridotto risorse finanziarie e strumentali. Per far fronte a questa situazione si sono resi necessari, come sollecitato da più parti, interventi legislativi, concretizzatisi in diversi disegni di legge, attualmente in fase di esame parlamentare, volti a intervenire sugli organi di governo delle Province, sulle relative attribuzioni, sul sistema elettorale e sulle funzioni fondamentali. La prospettiva seguita dai percorsi di riforma è quella di restituire alle Province la propria dignità istituzionale mediante il ripristino delle loro originarie funzioni e riassegnandovi il ruolo di cerniera tra ordinamento regionale e locale. I progetti di riforma in questione - ha sottolineato il ministro dell’Interno - mirano quindi a far riacquisire alle Province la veste di enti autonomi direttamente rappresentativi delle collettività locali, con il ripristino dell’elezione a suffragio universale e diretto del presidente e del Consiglio provinciale, capaci di sostenere l’attività dei Comuni, riconducendone a sintesi le istanze. Sulla stessa scia, - ha aggiunto - con i progetti di riforma attualmente in discussione anche per le Città metropolitane si intende introdurre l’elezione diretta del sindaco e dei consiglieri al fine di creare una connessione più stretta con i cittadini amministrati e con i territori».

Piantedosi abbraccia sindaco Cutro colpito da lutto

Un caloroso abbraccio con il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, ha caratterizzato la conclusione della prima tappa della visita del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a Catanzaro. Intervenendo a un seminario sull'ordinamento delle autonomie locali, il ministro ha ringraziato gli amministratori calabresi presenti, ma ha rivolto un messaggio speciale a Ceraso, ricordando la comune esperienza che il ministro ha avuto con lui nei drammatici giorni successivi al tragico naufragio dei migranti a poche centinaia di metri dalla spiaggia cutrese, avvenuto nel febbraio 2023, ma anche il recente lutto che ha colpito Ceraso, che nei giorni scorsi ha perso la moglie, scomparsa in un incidente stradale. Al momento di uscire dalla sala del seminario Piantedosi si è soffermato con Ceraso, accarezzandolo in viso e abbracciandolo calorosamente.

Occhiuto, in Calabria troppi sindaci: forse serve una riforma

«La regione che ha l’onore di rappresentare è una regione che ha molti sindaci straordinari, forse troppi sindaci. Una delle riforme che dovremmo pensare di fare in questa regione è quella dell’architettura istituzionale. Avere comuni che hanno così pochi abitanti rende ancora più complesso l’esercizio delle funzioni nell’interesse dei cittadini». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, intervenendo a Catanzaro al seminario sull'ordinamento degli Enti locali alla presenza del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e della sottosegretaria Wanda Ferro. «Molti di questi sindaci - ha aggiunto - governano comuni in predissesto o in dissesto e verificano nella loro amministrazione quello che io verifico quotidianamente nella mia che pure è un’amministrazione finanziariamente più solida. C'è un deficit di capacità amministrativa. Spesso nei comuni, a causa delle condizioni di dissesto, non c'è la possibilità di effettuare un turnover delle competenze, delle esperienze e allora diventa un circolo vizioso: non si può assumere perché ci sono condizioni di bilancio che impediscono l’assunzione e però se non si può assumere non si può dotare il comune delle professionalità e delle esperienze che sono necessarie. E allora su questo io credo che un focus vada aperto al Parlamento e al governo quando si lavorerà alla fase conclusiva del testo unico degli enti locati». «Le condizioni di dissesto e di predissesto - ha detto Occhiuto - a volte sono dovute anche al deficit di capacità fiscale che c'è in una regione come la Calabria per cui molti dei comuni in predissesto vanno poi in dissesto perché le previsioni sulle entrate derivanti dalla riscossione poi non sono rispettate per la povertà del tessuto economico di questa regione. Anche su questo credo ci voglia uno sforzo di fantasia ulteriore. Per esempio pensare ad una definizione agevolata degli oneri riferiti al passato che consenta ai comuni la possibilità di richiedere ai cittadini quello che da anni avrebbero dovuto dare in maniera agevolata ma poi da lì in poi si fa un reset. Allora i sindaci che non faranno la riscossione come deve essere fatta saranno evidentemente sanzionati». «Io - ha concluso Occhiuto - vorrei che Comuni, Province e Città metropolitane avessero un futuro più roseo rispetto al passato perché sono convinto che sono gli enti che devono dare attuazione anche agli indirizzi di programmazione del governo e della regione. Se non funzionano i risultati anche della programmazione che si fa a monte darebbe risultati meno apprezzabili. Sono convinto che dal futuro dei Comuni, delle Province e delle città metropolitane dipenda il futuro della Calabria e forse anche il futuro del Paese».

Ferro, rivedere Enti locali per ristabilire fiducia cittadini

«In questo momento storico, se si vuole dare impulso allo sviluppo, ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni ed assicurare la coesione economica, sociale e territoriale, risulta indispensabile procedere alla Revisione del vigente testo unico enti locali, anche nel senso innovativo e riformatore. Occorre prestare attenzione primaria alla circostanza che Comuni, Province e Città metropolitane rappresentano le rispettive comunità e devono concorrere al loro benessere in quanto istituzioni vicine ai rispettivi territori e debbono essere il primo livello di un benessere accresciuto per i cittadini». A dirlo la sottosegretaria all’interno Wanda Ferro, nel corso del seminario su «Il futuro di comuni, province e città metropolitane» svoltosi a Catanzaro. Ferro ha ricordato che lo «schema di disegno di legge delega per l’adozione di un nuovo Codice degli enti locali», è stato "predisposto al ministero dell’Interno con il concorso degli altri ministeri competenti, della Conferenza delle Regioni e Province autonome, dell’Upi e dell’Anci» ed è stato «redatto a seguito di circa 20 riunioni collegiali con la partecipazione di tutti i rappresentanti dei ministeri competenti e delle associazioni degli enti territoriali. Si è trattato di un gruppo di lavoro che il ministro Piantedosi ha voluto affidare alla mia Presidenza e che ha lavorato con attenzione e con il concorso di tutti». «Il benessere e lo sviluppo delle collettività locali, in un coerente ed equilibrato rapporto con il territorio - ha detto Ferro - sono i fattori indispensabili per mantenere e rafforzare il senso di comunità ed il sentimento di soddisfazione dei cittadini. La coesione sociale e territoriale rappresenta la sintesi, si potrebbe dire la endiadi giuridica ed ordinamentale, che dimostra e denota la salvaguardia e la cura dei beni giuridici fondamentali e degli interessi pubblici primari sui quali si fonda la convivenza nella comunità nazionale». La sottosegretaria ha quindi evidenziato che «le autonomie devono essere poste in condizione di realizzare obiettivi di eguaglianza e di rappresentare effettivamente i cittadini» e che "il quadro normativo unitario per tutti i Comuni, le Province e le Città metropolitane serve a fornire ad esse le medesime possibilità di sviluppo, rilancio ed efficiente azione, senza essere penalizzati da situazioni contingenti, in una dimensione solidaristica, senza cadere nell’assistenzialismo».

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