Eni Rewind avvii entro ottobre gli scavi per la bonifica dell'ex area industriale di Crotone conferendo (per il momento), i rifiuti pericolosi nel deposito temporaneo D15 che sorge nella zona dello stabilimento ex Pertusola. E laddove fosse impossibile «utilizzare la struttura esistente», la società del gruppo Eni dovrà allestire nello stesso sito «una nuova area» nella quale stoccare le scorie prive di Tenorm e amianto.
Si può sintetizzare così la diffida che il ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica ha trasmesso martedì alla multinazionale affinché rispetti il decreto che, lo scorso 1 agosto, ha approvato lo stralcio del Piano operativo di bonifica Fase 2.
Contestualmente, il dicastero guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin ha allertato la Procura di Crotone «qualora perdurasse l’inerzia» da parte dell'azienda del gruppo del Cane a sei zampe nell'iniziare gli interventi di risanamento ambientale. Pesano come macigni le parole messe nero su bianco dal direttore dirigenziale del Mase, Luca Proietti. La cui missiva segue la diffida con la quale Eni Rewind, il 6 settembre scorso, per dare il via ai lavori ha intimato la Regione di modificare il Provvedimento autorizzatorio unico regionale che dal 2019 vieta di conferire nelle discariche calabresi i rifiuti del Sin di Crotone. Per l'azienda amministrata da Paolo Grossi il cambio del vincolo è indispensabile per rimuovere i rifiuti pericolosi così da poterli smaltire nella discarica di Columbra. Una presa di posizione, questa, che si basa sulla decisione del ministero che ha chiesto alla Cittadella di Catanzaro di rivedere il Paur entro trenta giorni dalla disposizione del decreto col quale la multinazionale è stata autorizzata a bonificare la discarica fronte mare ex Pertusola e a mettere in sicurezza le aree interne ex Pertusola ed ex Agricoltura.
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