Traffico di reperti archeologici a Crotone, sollecitate 14 condanne. C'è anche il vicepresidente regionale Pietropaolo I NOMI
Quattordici condanne, quattro assoluzioni e sette proscioglimenti per prescrizione dei reati. Si tratta delle richieste che ieri il pm Matteo Staccini ha avanzato nei confronti dei 25 imputati coinvolti nel processo di primo grado nato dall'inchiesta “Tempio di Hera" della Procura che ipotizza un presunto traffico di reperti archeologici che avrebbe avuto come epicentro il sito di Capo colonna. Tra le richieste di condanna anche quella per il vicepresidente della Giunta regionale della Calabria Filippo Maria Pietropaolo, esponente di Fdi. Pietropaolo all'epoca dei fatti non era né consigliere regionale né assessore. Le richieste di condanna del pm: per Francesco Arena sollecitati 4 anni e 10 mesi di carcere; Vincenzo Godano, 5 anni e 6 mesi; Pasquale Antonio Fabiano, 3 anni e 4 mesi; Francesco Salvatore Filoramo, 3 anni e 6 mesi; Luca Filoramo, 4 anni e 6 mesi; Salvatore Rocca, 4 anni e 2 mesi; Raffaele Monticelli, 3 anni e 8 mesi; Carmine Francesco Verterame, 3 anni e 8 mesi; Vittoria Villirillo, 2 anni e 4 mesi; Pasquale De Tursi, 2 anni e 2 mesi; Maria Yvonne Gallo, 1 anno e 2 mesi; Filippo Maria Pietropaolo, 2 anni; Luigi Lacroce, 2 anni; e Michele Bisceglie, 2 anni e 1 mese. Sollecitato il proscioglimento per prescrizione dei reati di: Domenico Viola; Mario Raso; Ferdinando Marchio; Domenico Viola; Edoardo Morrone; Giuseppe Morrone; e Vittorio Raso. Assoluzione proposta per Leonardo Lecce, Annibale Chiaravalloti, Domenico Godano e Mario Mascaro. Estinzione del reato per morte del reo per: Pasquale Attianese; Giovanni Luigi Lettieri; Ernesto Palopoli; Raffaele Malena; e Carmelo Marino. Davanti al Tribunale di Crotone, il pubblico ministero ha ripercorso "il modus operandi" adottato dall'ipotizzato gruppo criminale che finì al centro dell'operazione scattata il 18 gennaio 2017 con 12 misure cautelari eseguite dai carabinieri «L'associazione è esistita - ha detto in aula il rappresentante dell'accusa - è ciò è dimostrato anche dalle intercettazioni telefoniche che hanno trovato riscontro nelle immagine registrate dalle telecamere installate a Capo Colonna».