Nessun piano preordinato e soprattutto non sarebbe stato lui a portare con se un coltello. È quanto ha sostenuto Daniele Furriolo il 24enne finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio per aver accoltellato un coetaneo venerdì sera a Lido. Davanti al gip Luca Bonifacio e accompagnato dal suo avvocato Armodio Migali, l’indagato per circa un’ora e mezza ha confermato la versione che aveva fornito agli investigatori della Mobile il giorno dopo dell’accoltellamento. Furriolo sostiene quindi che il coltello sarebbe stato della vittima e lui in qualche modo sarebbe riuscito a disarmarlo e poi a ferirlo ma solo per proteggersi dall’aggressione. Un racconto, come detto, già fornito agli inquirenti che però lo avevano ritenuto privo di logica e inverosimile. Ora bisognerà attendere le eventuali valutazioni del gip.
Hanno invece scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere Vittorio Boccuto (difeso dagli avvocati Fabrizio Coscarella e Domenico Pietragalla) e Daniel Ciambrone (difeso da Fabrizio Coscarella) finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento.
Ulteriori elementi utili alle indagini potrebbero arrivare lunedì quando inizieranno gli accertamenti sui telefoni cellulari che la polizia ha sequestrato agli indagati. Chat e files potrebbero aiutare a chiarire i contorni del gravissimo episodio avvenuto venerdì sera nel quartiere Lido. La vittima ha riportato una ferita da arma da taglio all’altezza del torace che ha colpito il polmone e il cuore. Per gli inquirenti quel colpo avrebbe potuto uccidere il giovane. Furriolo, secondo quanto sostenuto dal gip nell’ordinanza, avrebbe agito perché non sopportava l'idea che la sua relazione con la ex ragazza fosse finita e che la stessa avesse iniziato un'altra frequentazione con l'altro ragazzo colpevole, ai suoi occhi, di avergliela “rubata”.
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