Sfruttamento dei lavoratori e truffa all’Inps: due imprenditori patteggiano la pena. Il giudice per le indagini preliminari Francesco De Nino ha infatti emesso la sentenza che ha condannato due imprenditori, Alberto Crapella a un anno e Giancarlo Cuiuli a 7 mesi e 10 giorni, rispettivamente per sfruttamento dei lavoratori e truffa ai danni dell’Inps ed ha rinviato a giudizio una donna, Melania Verso, legale rappresentante legale di una società, sempre per il reato di caporalato. Le indagini risalgono al 2018, anno in cui il Gruppo della Guardia di Finanza (Nucleo operativo – Nucleo Mobile) di Lamezia Terme, attraverso delle specifiche attività investigative ha scoperto che due coniugi titolari di un esercizio commerciale ubicato nel centro di Lamezia sottoponevano quattro donne, loro dipendenti, a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno, derivante dall’assenza di diverse opportunità occupazionali sul territorio aggravate dall’età anagrafica avanzata e dallo scarso livello di preparazione professionale. In particolare, le condizioni di sfruttamento consistevano nella reiterata corresponsione di retribuzioni «palesemente difformi dal Contratti collettivi nazionali di lavoro, riportando in busta paga un numero di ore di lavoro minori rispetto a quelle realmente prestate; riportando falsamente ogni mese la retribuzione di 13esima e 14esima mensilità che di fatto non venivano corrisposte; riportando falsamente ogni mese la retribuzione del Tfr che di fatto non veniva corrisposta; costringendo le dipendenti a lavorare per diversi periodi in nero senza alcuna forma di previdenza assicurativa».