Sistema bibliotecario vibonese, la soluzione che ancora non c’è e la chiamata a fare rete per la salvezza
All’indomani delle dichiarazioni riguardanti il Sistema bibliotecario vibonese che l’assessore regionale alla Cultura, Caterina Capponi, ha reso lunedì in Consiglio regionale in risposta all’interrogazione mossa dai consiglieri regionali Raffaele Mammoliti (Pd) e Antonino Lo Schiavo (Misto), le reazioni sono state tante. L’esponente della Giunta regionale, dopo aver ricordato la gravissima e complicata situazione in cui versa il presidio culturale, sull’orlo del baratro per debiti e inchieste giudiziarie, ha riferito di intendere costituire un tavolo interistituzionale, formato da sindaci ed Enti aderenti al Sbv, per avviare un confronto. Ciò non ha soddisfatto i consiglieri interroganti. Mammoliti, in particolare, ha riferito: «Non ci si può trincerare dietro le vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo il centro culturale: quelle faranno il loro corso; bisogna, piuttosto, agire per salvarlo dal declino. Il compito della politica è quello di dare risposte concrete, non di dimostrarsi praticamente inerme. Serve coinvolgere tutte le parti politiche per concordare le azioni da mettere in campo affinché la Calabria non perda la sua più grande biblioteca». Sulla stessa scia Lo Schiavo: «Si rileva un dato politico: si è di fatto chiuso l’unico centro di aggregazione culturale che questo territorio aveva». Più speranzose si sono dette le tre operatrici del Sistema bibliotecario, Katia Rosi, Beatrice Mirabello e Maria Luisa Mazzitelli: «Accogliamo in maniera timidamente positiva l’intervento dell’assessore Capponi perché, quantomeno, si profila un’apertura della Regione a un incontro per “studiare il caso”. Non è un segnale risolutivo, ce ne rendiamo conto, ma è pur sempre un segnale. Positivi gli interventi dei consiglieri regionali Mammoliti e Lo Schiavo, che si sono dimostrati incisivi».