Da un lato ci sono il sindaco di Casabona, Francesco Seminario e il suo vice Leonardo Melfi, che nel 2022 si sarebbero dati da fare per evitare che i carabinieri scoprissero l'allaccio abusivo alla rete idrica dell'azienda edile del boss Carlo Mario Tallarico. Dall'altro Paolo Audia, dipendete di Congesi, il consorzio pubblico che gestisce il servizio idrico integrato in 14 comuni della provincia di Crotone, che sempre due anni fa avrebbe consigliato al capo ’ndrina «un sistema» che consentisse al suo cementificio «di continuare a prelevare abusivamente l'acqua». Infine, Raffaele Poerio, l'addetto della Sorical, la società della Regione che distribuisce l'acqua ai comuni calabresi, che sempre nella stessa circostanza avrebbe suggerito ai Tallarico come aggirare le sanzioni dovute al furto idrico perpetrato dall'impresa di famiglia. Nel piccolo centro dell'entroterra crotonese in tanti erano pronti ad aiutare i Tallarico. Lo ha scoperto la Dda di Catanzaro con l'inchiesta "Nemesis". Sotto la lente dei pm Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino è finita anche la vicenda che avrebbe visto i Tallarico fruire di una serie di supporti per eludere i controlli dell'Arma sull'acqua utilizzata illecitamente. L'episodio "incriminato" risale al 26 aprile 2022, quando i carabinieri di Casabona, affiancati da Poerio, si recarono in azienda per verificare la presenza di allacci idrici abusivi. Ma quel giorno sul posto c'era Sergio Tallarico che telefonò al padre Carlo Mario per avvisarlo della "visita" inaspettata.