Non ha risposto alle domande della gip di Catanzaro Arianna Roccia. Il sindaco di Casabona, Francesco Seminario, ha fatto scena muta davanti alla giudice che ha presieduto l’interrogatorio di garanzia successivo al blitz di venerdì scorso nel quale Seminario è stato arrestato dai carabinieri di Crotone insieme ad altri nove indagati nell'ambito dell'operazione "Nemesis" della Dda di Catanzaro. Il primo cittadino, del piccolo centro collinare, difeso dall'avvocato Giuseppe Napoli, è accusato di concorso esterno in associazione 'ndranghetistica e di scambio elettorale politico-mafioso. A Seminario viene contestato di aver chiesto e ottenuto dalla presunta cosca Tallarico i voti che, nella tornata del 3-4 ottobre 2021, gli servirono per diventare sindaco. E lui avrebbe ricambiato il sostegno elettorale ricevuto dalla presunta 'ndrina, facendo assumere in Comune persone vicine al clan e agevolando quest'ultimo con diverse concessioni. Si è invece difeso l’assessore al Turismo Anselmo De Giacomo, risttretto ai domiciliari. De Giacomo, assistito dall’avvocato Giovanni Mauro, ha contestato l'accusa di vicinanza agli esponenti della cosca per finalità elettorali ed ha sostenuto che sono millanterie non provate. Ma l’inchiesta "Nemesis" non è fatta solo dal capitolo che ipotizza la “combine” politico-mafiosa tra l’allora candidato sindaco Seminario e la famiglia Tallarico. Nell’ordinanza, per inquadrare il contesto e lo spessore criminale del presunto clan casabonese, si parla anche della fase preparatoria all'omicidio di Mario Manfredi di Isola Capo Rizzuto, avvenuto il 3 dicembre 2005 a Crotone nell'ambito di una guerra di mafia tra le cosche della provincia di Crotone. L'assassinio sarebbe stato deciso secondo gli inquirenti in un summit che si tenne a Casabona nel cantiere del presunto clan dei Tallarico. A rivelarlo è il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio di Belvedere Spinello le cui dichiarazioni sono confluite nel faldone del blitz.