Catanzaro, Crotone, Vibo

Giovedì 24 Ottobre 2024

Vibo, il caso di piazza Razza: "lavori in difformità"

Il cantiere di piazza “Luigi Razza” torna a... muoversi, ma rimane osservato speciale, specie dopo le parole del direttore dei lavori che, nel weekend, ha in qualche modo provato, dopo essere riapparso in città, a gettare acqua sul fuoco, scaricando le responsabilità del clamore scaturito dagli evidenti errori contestatigli, nientemeno che sui… giornalisti. Una consuetudine per la verità non nuova, da queste parti. Piuttosto, a confermare tutte le indiscrezioni, è arrivata ieri una delibera della Giunta guidata dal sindaco Enzo Romeo che ha confermato punto per punto tutte le conclusioni, già evidenti, per la verità, persino all’uomo della strada. Ad essere chiamato in causa, proprio il direttore dei lavori. Pesanti e mirate le constatazioni dell’Esecutivo che ha osservato come «in fase di esecuzione dei lavori sia stato rilevato che le lavorazioni relative alla realizzazione di alcuni marciapiedi lato Chiesa e paralleli al corso Vittorio Emanuele III, eseguite secondo le indicazioni impartite unilateralmente dal direttore dei lavori, non trovino rispondenza negli elaborati progettuali e presentano dislivelli, gradini, cambi di quota che non consentono la loro percorrenza in sicurezza, oltre a non coordinarsi armoniosamente con il complesso dello spazio urbano oggetto di riqualificazione». Un richiamo alle proprie responsabilità per l’architetto Luca Calselli che mette seriamente in discussione la correttezza dell’operato di quest’ultimo, giunto in città quando l’aria (sul piano politico-amministrativo) era decisamente diversa rispetto a quella attuale. Il professionista, stando alla delibera di Giunta di ieri, sembra letteralmente con le spalle al muro, a 360 gradi. «L’esecuzione delle lavorazioni in difformità alle regole dell’arte era stata tempestivamente segnalata da questa Amministrazione – si legge ancora nel provvedimento – sia al direttore dei lavori che all’appaltatore, dapprima in occasione dei sopralluoghi congiunti e poi anche con comunicazioni formali a firma del Rup».

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