Da oggi Mileto ha il suo “Giardino della Speranza" dedicato al giudice siciliano Rosario Angelo Livatino, ucciso nel 1990 all’età di 37 anni dalla mafia e che la chiesa ha proclamato Beato nel 2021. L’inaugurazione è avvenuta stamattina, in un clima di grande partecipazione, alla presenze di numeroso autorità provenienti della ogni parte della regione e non solo. Il giardino sorge in un’area della Curia vescovile, pronta diventare punto di incontro e luogo di crescita sociale e culturale sull’esempio di fede del giudice Livatino. A volere questa intitolazione è stato il vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera Tropea monsignor Attilio Nostro per ricordare l’esempio di luminoso di un magistrato che papa Francesco ebbe modo di definire “un martire della giustizia e della fede”. Nella motivazione che ha portato alla sua beatificazione si legge, infatti, che “è stato ucciso per la fede in Cristo e nella chiesa”. Un punto di riferimento il Beato Livatino soprattutto per tutti ma soprattutto per le nuove generazioni - presenti sempre più numerose alle manifestazioni che lo ricordano, così come è accaduto oggi a Mileto - per la sua fortezza e per la sua onestà che non lo fecero mai indietreggiare. Dalle note dedicate a Rosario Angelo Livatino dal Vaticano si ricava che a spingere “i gruppi mafiosi di Palma di Montechiaro e Canicattì” a colpirlo fu proprio la sua nota dirittura morale per quanto riguarda l’esercizio della giustizia, radicata nella fede.
Particolarmente toccante nel corso dell’evento è stata la benedizione del Giardino e delle immagini del Beato Livatino e di San Francesco di Paola, realizzate dallo scultore Michele Zappino Numerose le autorità istituzionali presenti dal presidente di Libera don Luigi Ciotti al giudice emerito di Caltanissetta Ottavio Sferlazza che si occupò delle indagini sulla morte di Livatino e che hanno avuto modo di ricordare alcuni aspetti del percorso di vita del coraggioso giudice. Tra i presenti che hanno portato la loro testimonianza anche il prefetto di Vibo Valentia Paolo Giovanni Grieco, il presidente della sezione distrettuale di Catanzaro dell’Associazione Nazionale Magistrati Giovanni Strangis e il procuratore della Repubblica di Vibo Camillo Falvo. La serie degli interventi è stata conclusa dal vesovo Attilio Nostro che con l’inaugurazione di questo giardino – accompagnato al cantico delle creature e dai versi di “Calabria mia” di Mino Reitano –ha voluto ricordare “chi ha dato la propria vita per la patria terrena e per la patria celieste”. Nel corso dell'evento- moderato dal giornalista Mimmo Famularo - è stata,inoltre messa a dimora la Talea di Falcone ricavata dal Ficus macrophylla subsp columnaris che cresce davanti alla dimora che fu del Giudice Giovanni Falcone a Palermo e che è stata riprodotta in laboratorio, dai carabinieri del Reparto Biodiversità di Mongiana. La manifestazione è stata animata dal coro dell’Istituto comprensivo di Costantino Calabrolla diretto Chiara Vinci, e dagli allievi del Conservatorio “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia, guidati Ferruccio Messinese. Una giornata, quella vissuta oggi a Mileto, nel segno del futuro e della speranza per una terra come la Calabria, dove i semi piantanti negli ultimi anni nella lotta al ‘ndrangheta e al malaffare stanno incominciando a dare i primi frutti.
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