Catanzaro, Crotone, Vibo

Lunedì 21 Ottobre 2024

Conclusa a Vibo Valentia l’iniziativa dell’associazione Libera: «No alla politica criminogena»

C’è una Calabria che ha fame di giustizia sociale e ha sete di riscatto. C’è una Calabria che grida «No» alla criminalità. C’è una Calabria che vuole cambiare la sua narrazione. Questa Calabria è stata messa in luce a Vibo Valentia, scelta dall’associazione Libera per la manifestazione nazionale “Contromafiecorruzione”, che nel fine settimana ha radunato gli attivisti in una decisa proclamazione della legalità. Vibo si è posta come città emblema del cambiamento auspicato verso la tanto ambita legalità. Una Vibo che per decenni è stata stretta nelle morse della ’ndrangheta - con quest’ultima talmente radicata nel tessuto sociale da essere riconosciuta a stento - ma che ora vuole invertire la rotta. Nonostante ancora oggi oltre la metà delle attività economiche del territorio sia pregna di malaffare, la speranza si è riaccesa. Complici le imponenti operazioni antimafia avutesi negli ultimi anni - in primis Rinascita Scott -, Vibo sta riscoprendo la sua vera identità. Da Vibo, Libera ha lanciato all’Italia il proprio messaggio contro mafie e corruzione. La tre giorni ha focalizzato l’attenzione su diversi aspetti della società, esponendo le emergenze e ponendo in risalto gli esempi positivi. Economie criminali, ruolo della Chiesa nella lotta alla ’ndrangheta, donne e ’ndrangheta, immigrazione-emigrazione, nuove prospettive per la Calabria sono stati alcuni dei tanti argomenti trattati dagli esperti che si sono susseguiti nei vari panel. Forti le testimonianze, che hanno toccato il cuore dei presenti: madri di vittime di mafia, ragazze che hanno vissuto il dramma della guerra e dell’emigrazione, imprenditori e amministratori emblema di riscatto sociale. A chiudere l’evento, ieri mattina, è stato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera: «In questi giorni abbiamo respirato la bellezza e il valore di questa terra, ma abbiamo anche “attraversato le tempeste” che la flagellano. Tempeste rappresentate dalla violenza, dalla criminalità organizzata, dalla corruzione e da tutte le fonti di illegalità. Abbiamo ascoltato con il cuore le testimonianze, prendendo coscienza del dolore provocato dalla criminalità. Ora dobbiamo tramutare la consapevolezza maturata in azioni concrete».

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