È un momento di «massima criticità» e per tornare alla normalità non basteranno certo pochi giorni: il “cuore” delle infrastrutture regionali, un collegamento nevralgico tra il capoluogo, l’autostrada e snodi come l’aeroporto internazionale e la stazione centrale, è stato colpito da una calamità che resterà a lungo nella memoria dei calabresi. Nell’istmo, il punto più stretto d’Italia, tra il 20 e 21 ottobre sono caduti in sole 12 ore circa 390 mm di pioggia, l’equivalente di quanta normalmente se ne registra in 5 mesi. Il fenomeno meteorologico denominato cut-off ha avuto una configurazione simile a quella del 2018, quando nel Lametino persero tragicamente la vita una madre 30enne e i suoi due bambini. Ma sarà difficile dimenticare anche il pompiere che nelle scorse ore si è caricato sulle spalle un anziano in mezzo alla piena a pochi passi dallo scalo lametino, o l’auto con a bordo una ragazza risucchiata nella voragine aperta dal “fiume” sotterraneo che all’improvviso ha travolto la base su cui poggiava la Statale 280. La profonda “ferita” sulla “due mari” sta causando gravi disagi ai tantissimi automobilisti che la percorrono quotidianamente tra Catanzaro e Lamezia. Il traffico sulla viabilità locale è attualmente in sofferenza e si spera che possa stabilizzarsi nei prossimi giorni, quando l’utenza comincerà ad assimilare le modalità di uscita ed entrata della 280: chi viene da Lamezia per andare a Catanzaro si immette direttamente allo svincolo “Lamezia Est”; chi viene in autostrada da Cosenza o da Pizzo per immettersi sulla statale viene deviato attraverso viabilità locale sulla ex Statale 109 e poi entra allo svincolo di Palazzo (“Lamezia Sud”); chi viene da Catanzaro per entrare in autostrada fa il percorso inverso – esce a Palazzo e rientra sulla ex 109 – mentre se deve andare in aeroporto esce a Palazzo e va a sinistra per andare sulla Statale 18 arrivando così alla rotatoria “Bellafemmina”.