Si parla da tempo di Catanzaro come città della Salute e della Ricerca scientifica. Cavallo di battaglia di sindaci e candidati a sindaco, tema fra i più dibattuti dalla politica locale, più si va avanti e più di questa città della Salute e della Ricerca scientifica i contorni si fanno sfumati. L’idea è concreta e poggia su basi storiche e reali, le possibilità di sviluppo ci sono, ma nel corso degli anni ha perso pezzi sul versante privato (il Sant’Anna hospital per come l’abbiamo sempre conosciuto), ne ha altri a rischio (Karol Betania ha portato la Regione davanti al Tar) e non è ancora riuscito a mettere a regime (e chissà quanto ci vorrà) l’architrave di tutto il progetto, cioè l’Azienda unica, ed è ancora molto distante dalla realizzazione del nuovo ospedale, entità di cui si parla da decenni come per l’isola pedonale su corso Mazzini o un nuovo stadio.
Integrati? Da quasi due anni l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” hanno dato vita alla “Dulbecco”, che con i suoi teorici 857 posti letto (quelli attivi sarebbero in realtà meno di 750) sarebbe una delle più grandi del Meridione. È, tuttavia, ancora molto lontana dall’essere veramente integrata: lo è amministrativamente, non sul piano operativo visto che esistono ancora doppioni fra i reparti (che non sono stati immediatamente eliminati nemmeno col nuovo Atto aziendale ora al vaglio della Regione), serviranno anni perché venga realizzato un secondo Pronto soccorso al Policlinico, previsto con l’atto istitutivo dell’Azienda unica (il progetto è stato inviato alla Regione), né ci sono stati progressi su altri fronti aperti con la firma del protocollo d’intesa fra Regione e Università: la riqualificazione di Villa Bianca nel quartiere Mater Domini (altro progetto inviato alla Regione), l’avvio di un percorso per il riconoscimento Irccs (Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico) sulla Medicina di precisione. E tutto questo mettendo da parte la realizzazione del nuovo ospedale, per cui proprio l’istituzione dell’Azienda unica avrebbe evitato di perdere i fondi: ma di questa nuova struttura non si sa quando e dove verrà realizzata, né quanti sono effettivamente i soldi disponibili (in passato si è parlato di circa 300 milioni).
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