L'alluvione nel Lametino, il racconto di una notte da incubo: "Ora è una quiete che fa paura" VIDEO
La madonnina di Lourdes ha vegliato sul territorio e sulla comunità di San Pietro a Maida. Lo ha fatto ancora di più rispetto al solito nella notte tra domenica 20 e lunedì 21 ottobre. In poco più di 5 ore nell'entroterra lametino è venuto giù il finimondo, una quantità di acqua esagerata: qualcosa come 390 millimetri, una quantità di pioggia che in generalmente è attesa per un'intera stagione autunnale. Un evento atmosferico, dunque, inatteso nelle proporzioni, sebbene la zona del lametino abbia già avuto a che fare in passato, e sempre nel mese di ottobre, con una forte ondata di maltempo che provocò anche dei morti. Stavolta però la madonnina ha protetto la comunità e fortunatamente non ci sono stati morti e feriti. La statua della madonnina, posta a pochi metri di distanza da una casa disabitata crollata, a pochi passi dal torrente Nocelle che è esondato portando giù nella zona nuova del paese fango e detriti. Ma la statuetta ha retto e, pur finendo sotto le macerie, è rimasta intatta. Trascorsa quasi una settimana, tra le vie di San Pietro a Maida sembra quasi non sia accaduto nulla. Eppure quella notte il sindaco Domenico Giampà, il responsabile dell'ufficio tecnico, Marco Roselli, l'operatore della polizia municipale, Francesco Caliò e i numerosi volontari in azione, non hanno chiuso occhio. "Abbiamo ricevuto le chiamate dalla Regione nel pomeriggio di domenica. Ci stavano avvertendo che qualcosa stava cambiando: il maltempo era previsto per la zona ionica, ma stavano iniziando le prime avvisaglie di una perturbazione che avrebbe colpito il nostro territorio". Così Francesco Caliò racconta ai nostri microfoni come si è messa in moto la macchina comunale e degli operatori di Protezione civile e delle guardie ecozoofile in vista di un nubifragio che ha messo in ginocchio Lamezia e il Lametino.
Le avvisaglie del pericolo domenica pomeriggio
"Ha piovuto, non forte, domenica pomeriggio. Poi dall'una in poi è stato un inferno. Quando siamo arrivati qui a Nocelle, proprio nella zona della madonnina di Lourdes, pensavamo di trovare morti e feriti. Siamo invece riusciti a contattare tutte le persone che sapevamo potessero essere in difficoltà e ci siamo assicurati che stessero bene. La fortuna è stata che tutti dormivano e che la pioggia è arrivata di notte. Il sindaco ha attivato subito le procedure e siamo usciti subito fuori vedendo l'acqua che arrivava nel paese. A questo punto abbiamo iniziato a percorrere le strade del nostro territorio e abbiamo portato le persone in difficoltà al centro Com del Comune fornendo loro la prima assistenza".
Il timore di nuove piogge
"All'apparenza sembra che si sia una quiete, però è una quiete che fa paura. Il sindaco è stato bravissimo ad attivare subito i soccorsi e la mattina di lunedì qui c'erano già Calabria Verde, l'associazione di Protezione civile Nucifera e già la sera del 21 in un'immagine surreale sembrava tutto pulito. Il sindaco e il responsabile dell'ufficio tecnico ci hanno guidato e siamo riusciti a liberare tutte le strade. Le difficoltà ci sono perchè fino a giovedì siamo rimasti isolati rispetto alle strade principali che percorriamo. Il 21 mattina San Pietro era isolata, non si poteva venire da nessuna parte. Abbiamo avuto delle persone in difficoltà in località Iannivecchio dove passa il torrente Cottola, siamo riusciti ad evacuarle quando la strada era libera per poterli portare al centro Com. Questo è il secondo intervento che abbiamo fatto sui fiumi Nocelle e Cottola". Una San Pietro a Maida, dunque, ferita ma capace di reagire con orgoglio, con prontezza e spirito di sacrificio in un momento certamente non semplice: "La nostra vittoria - ha sottolineato Caliò - è quella di non aver avuto morti e feriti. La macchina organizzativa ha funzionato bene". Nel video sono presenti immagini girate dalle Guardie Ecozoofile di San Pietro a Maida