Cadono le accuse per il commercialista catanzarese Salvatore Varano di 53 anni rimasto coinvolto in un’indagine della Procura della Repubblica nel 2016 dopo il fallimento di una società. Il Tribunale collegiale di Catanzaro, presidente Teresa Lidia Gennaro e a latere Giada Maria Lamanna e Liberato Faccenda, lo ha assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta. Varano, difeso dagli avvocati Giovanni Merante e Armando Scarpino, era stato iscritto nel registro degli indagati nella sua qualità di amministratore unico di una società dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel novembre del 2016. Secondo l’originaria accusa, il commercialista catanzarese avrebbe distratto alcune immobilizzazioni materiali per 39.961 euro, crediti per 14.872 euro e rimanenze per 434.708 indicati nel bilancio del 2013 e non rinvenuti dalla curatela fallimentare. Era accusato anche di aver distratto 47.824,75 euro mediante bonifici eseguiti in favore di un’altra società risultata amministrata dallo stesso Varano. L’altra ipotesi di reato contestata dalla Procura di Catanzaro riguardava la sottrazione o distruzione dei libri o di altre scritture contabili in modo tale da «non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio».
Tutte condotte che sarebbero state consumate nel 2016 quando la società di cui era amministratore unico era stata dichiarata fallita. L’inchiesta della Procura era scattata due anni più tardi nel 2018. In quello stesso anno era stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio all’ufficio gip/gup. Da qui il rinvio a giudizio e l’inizio del processo. Durante il dibattimento attraverso i suoi legali difensori il commercialista è riuscito a dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli venivano contestati.
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