Applicazioni pratiche di fisica e ingegneria idraulica e quel po’ di esperienza che non guasta mai. Non dev’essere stato facile lavorare con addosso gli occhi e le aspettative di mezza città alle prese con la grave emergenza idrica degli ultimi giorni. Ma alla fine calcoli e manovre sulla rete cittadina hanno portato al risultato, consentendo l’individuazione dell’anomalia che per una settimana ha tenuto sotto scacco la popolazione, impedendole di avere acqua potabile dai rubinetti. Nella giornata di lunedì è stata ultimata un’analisi approfondita della rete idrica cittadina, riportandone poi sul campo le conclusioni: dalle 4 del mattino di ieri sono partite quindi una serie di manovre sui pozzetti della rete idrica all’altezza del Cavatore, di via Indipendenza e davanti alla sede della Procura. Attività svolta grazie «a un lavoro d’équipe» - ha tenuto a precisare l’assessore ai Lavori pubblici Pasquale Squillace - con Sorical, Mea Engineering con l’ing. Antonio Fabiano, l’Ati che gestisce l’acquedotto comunale e l’ufficio tecnico con Giacinto Tolomeo, grazie alla quale è stato possibile individuare il problema nella cosiddetta “corda molle” della rete idrica, ovvero il punto più basso della rete che partendo da via Vercillo e dirigendosi dall’incrocio tra le vie Turco e Indipendenza verso il Cavatore è stata danneggiata dalla corrosione. Fatti i dovuti accertamenti, è emerso che nel punto di valle del tubo si era creata una lesione dovuta a un ristagno d’acqua che mista a fanghiglia, «ma non fogna» hanno precisato da Palazzo De Nobili, ha finito per causare l’alterazione dei valori chimici.