’Ndrangheta a Brescello, chiesto il processo per 12: l’inchiesta sul clan Grande Aracri in Emilia
Potrebbe costare il processo ai due ex sindaci di Brescello, Giuseppe Vezzani e Marcello Coffrini, la loro presunta vicinanza alla cosca emiliana dei Grande Aracri di Cutro. La sostituta procuratrice Beatrice Ronchi e il procuratore della Dda di Bologna Francesco Caleca hanno infatti chiesto il rinvio a giudizio per entrambi contestando ai due ex amministratori della città che nei romanzi di Guareschi, fu di Peppone e don Camillo, il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma sotto accusa sono finite anche altre dieci persone che rischiano di finire a dibattimento. I 12 imputati dovranno comparire nell'udienza preliminare del prossimo 11 dicembre davanti alla gup del Tribunale di Bologna, Roberta Malavasi. Il procedimento è scaturito dall'inchiesta "Grimilde" venuta alla luce il 25 giugno 2019 con 16 arresti eseguiti dalla Polizia di Stato. L'operazione consentì alla Procura antimafia felsinea di dare un ulteriore duro colpo alla cellula dei Grande Aracri basata a Brescello, ribattezzato "Cutrello", il cui Comune nel 2016 venne commissariato per infiltrazione mafiosa in seguito alle indagini "Aemilia" sull'espansione del clan di Cutro sulle rive del Po. Da qui il nuovo troncone processuale di "Grimilde bis" che ha aperto un fronte sulla politica ed i colletti bianchi. Ma sul banco degli imputati ci sono pure due coppie di fratelli: da un lato Rosita e Salvatore Grande Aracri (del 1979), figli di Francesco e nipoti del boss ergastolano di Cutro Nicolino. Dall’altro Giuseppe e Albino Caruso. Rosita Grande Aracri deve rispondere di associazione 'ndranghetistica, mentre Salvatore Grande Aracri è accusato di usura e riciclaggio aggravati dalla finalità mafiosa. A Giuseppe Caruso, ex funzionario dell’Agenzia delle Dogane ed ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza, e al fratello vengono addebitati in questo procedimento ipotesi di riciclaggio aggravato dalla mafiosità. Invece, sugli ex sindaci Vezzani e Coffrini grava l'accusa di avere amministrato per favorire il sodalizio criminale attraverso pratiche urbanistiche e senza mai contrastare gli abusi edilizi messi in piedi dai Grande Aracri. Rischiano il processo anche Devid Sassi, Mauro Usuardi, Claudio Bologna, Pascal Varano, Paolo Pucci e Leonardo Villirillo.