Il provvedimento di revoca dell’accreditamento di Villa Sant’Anna è stato sospeso. È stata infatti accolta dal Consiglio di Stato la richiesta di provvedimento monocratico cautelare formulata, su incarico del curatore fallimentare di Villa Sant’Anna, avvocato Francesco Manduca, dall’avvocato Francesco Pitaro e dal professore avvocato Bernardo Giorgio Mattarella. Nell’appello al consiglio di Stato è stata dedotta la illegittimità del provvedimento con cui il commissario ad acta per la sanità ha disposto la decadenza dell’accreditamento del Sant’Anna sotto innumerevoli profili, ed è stata chiesta la sospensione inaudita altera parte del detto provvedimento sussistendo un caso di estrema urgenza e un pericolo grave e irreparabile. Ed invero, a causa della decadenza, si è dovuto attivare il percorso che porterà al licenziamento dei circa 100 dipendenti. Il consiglio di Stato in accoglimento delle richieste svolte dagli avvocati Francesco Pitaro e Bernardo Giorgio Mattarella ha sospeso l’efficacia del provvedimento di decadenza dell’accreditamento e fissato l’udienza al 21 novembre. Nel 2021 la clinica era stata accreditata per 20 posti letto di Cardiochirurgia, 25 per Cardiologia con Emodinamica, 4 per l’Utic, 10 per Terapia Intensiva, 20 per Chirurgia Vascolare, 20 per Chirurgia ambulatoriale e 6 per Riabilitazione. L’accreditamento dura 3 anni e può essere prorogato sulla base di apposita istanza che il rappresentante legale della struttura interessata deve presentare almeno sei mesi prima della data di scadenza dell’accreditamento. Negli ultimi anni la clinica cardiologica è stata travolta dalle inchieste della magistratura tanto che il 10 febbraio 2022 ha comunicato alla struttura commissariale la sospensione delle attività sanitarie per «carenze organizzative». Nel settembre del 2023 comunque il rappresentante legale di Villa Sant’Anna ha inviato l’istanza di rinnovo accreditamento. Secondo la struttura commissariale però quella domanda sarebbe stata priva della documentazione necessaria, tanto che il settore del Dipartimento Salute e Welfare ha comunicato l’irricevibilità della richiesta. Pochi giorni dopo la clinica ha replicato di aver rispettato le prescrizioni del modello informatico, il quale non contemplava l’allegazione di documentazione. Dopo una serie di comunicazioni incrociate «l’amministratore unico comunicava che, in forza dei pregevoli chiarimenti, avrebbe inoltrato la documentazione indicata al settore competente del Dipartimento Salute e Welfare, a tutt’oggi - si legge nel Dca 149 - non pervenuta».