Gli ultimi giorni sembrano aver portato al “redde rationem” all’interno dell’Università “Magna Graecia” e tra questa e la città di Catanzaro. L’addio di Ciro Indolfi e il suo contestuale abbraccio all’Unical hanno spalancato le porte dell’indignazione per il “tradimento” – percepito, non reale – perpetrato da uno dei primi docenti dell’Umg alla sua ormai ex Università. Ma, contrariamente al passato, questa volta si è finalmente scelto di guardare ai motivi della scelta e non alla scelta in sé, aprendo un dibattito sul ruolo dell’ateneo catanzarese nel panorama universitario italiano e soprattutto nel contesto locale: «Ci sono stati degli errori, il più grande quello di dare il via libera alla duplicazione della Facoltà di medicina senza nemmeno chiare contropartite. Prima da consigliere di opposizione e poi da sindaco, mi sono schierato senza se e senza ma contro questa ipotesi, senza lasciarmi condizionare dal fatto di essere docente all’Unical. Ora l’Umg è in sofferenza e noi non possiamo restare alla finestra perché l’Università è un patrimonio della città e non solo di coloro che ci lavorano e ci studiano. Prenderemo delle iniziative, ma il rettore non commetta l’errore di chiudersi alle critiche e al dibattito», scrive nei suoi pensieri della domenica il sindaco Nicola Fiorita.
Un dibattito che mai prima d’ora era avvenuto, sebbene i contenuti dello stesso non siano carichi di analisi sociali ed economiche particolarmente approfondite, né da parte dei vertici dell’Ateneo, né da parte dello stesso Indolfi (che solo a nave abbandonata ha parlato dell’Umg come del Titanic dopo lo scontro con l’iceberg), né da parte dei decisori politici locali di oggi e di ieri che sull’Università hanno dimostrato di avere poche idee ma confuse. Un dibattito comunque tardivo.
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